Dieselgate, i possessori non rischiano nulla

Dieselgate, i possessori non rischiano nulla
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La prima notizia da dare riguarda tutti i possessori di una Volkswagen dotata del turbodiesel incriminato, presunto “Euro 5”, con la centralina dotata di software in grado di alterare le analisi sui gas di scarico. Circolando in Italia non rischiano nulla. E se mai dovessero essere rilevate irregolarità nella omologazione, la responsabilità ricadrebbe solo sul costruttore. Quindi nessuna infrazione per l’automobilista o provvedimenti di sequestro. Le auto presenti nei concessionari oggi sono già “Euro 6” e sono validissime, peraltro come le precedenti, come il pedigree Volkswagen ci ha abituati.

La prima notizia da dare riguarda tutti i possessori di una Volkswagen dotata del turbodiesel incriminato, presunto “Euro 5”, con la centralina dotata di software in grado di alterare le analisi sui gas di scarico. Circolando in Italia non rischiano nulla. E se mai dovessero essere rilevate irregolarità nella omologazione, la responsabilità ricadrebbe solo sul costruttore. Quindi nessuna infrazione per l’automobilista o provvedimenti di sequestro. Le auto presenti nei concessionari oggi sono già “Euro 6” e sono validissime, peraltro come le precedenti, come il pedigree Volkswagen ci ha abituati.
Nelle concessionarie, la notizia è arrivata come un fulmine a ciel sereno. «La gente comunque sa bene che il nostro è un prodotto validissimo», precisa con orgoglio uno dei tanti venditori frastornati dalle dimensioni dello scandalo. Forse nei primi due giorni, appena si sono diffuse le prime notizie sulle emissioni truccate, i clienti hanno in parte disertato gli uffici del venditori. Ma già da mercoledì il “traffico” nelle concessionarie è tornato quello di sempre. Anzi, semmai è spuntato qualche curioso in più, a caccia di qualche sconto legato al super-scandalo. Davanti alle scrivanie degli addetti alle vendite, i clienti sono sempre gli stessi, si siedono giovani coppie, giovanotti, famiglie. C’è anche chi cerca di convincere la moglie: «Non preoccuparti, questa è un Euro 6...».
Andrea Tosi, super direttore delle filiali di Biella, Caresanablot, Novara e Vigevano, due solo col marchio Volkswagen, le altre due insieme ad Audi, per ora non si sbilancia. Dopotutto, dalla casa madre, la parola d’ordine è per il momento prudenza. Aspetta come tutti i colleghi indicazioni precise prima di sbilanciarsi, come comportarsi, come risolvere i problemi, come confrontarsi al meglio con clienti e giornalisti che incalzano di giorno in giorno. «Ci sentiamo nei prossimi giorni quando le cose saranno più chiare...», si limita a dire.
Si parla di un piano per intervenire sugli 11 milioni di auto coinvolte a livello globale nel “dieselgate”, lo scandalo delle emissioni di gas truccate. Un intervento rapido, indolore, di quelli col petto in fuori come la seconda azienda automobilistica mondiale ha abituato i suoi clienti.
Il venditore biellese di prima chiede di rimanere anonimo. Intanto ammette che negli ultimi giorni le concessionarie hanno ricevuto delle telefonate di clienti che chiedevano come comportarsi: «Tutti hanno reagito con tranquillità, senza isterismo, sanno bene che le cose si aggiusteranno come da politica Volkswagen...».E aggiunge: «Quello che mi spaventa di più è l’ignoranza. Solo in Italia Volkswagen può contare su 12mila collaboratori (comprese marche, concessionarie e officine). Non vorrei che questa storia possa costare caro ingiustamente a un numero imprecisato di queste persone...».

Valter Caneparo

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