Depone a Torino poi muore d'infarto

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(17 dic) E’ morto l’altra mattina, dopo tre settimane di agonia nel reparto di rianimazione dell’ospedale Mauriziano di Torino, Francesco Golisano, 73 anni, di Biella, da 14 mesi coordinatore dell’ufficio dei Giudici di pace. Il magistrato era stato ricoverato il 24 novembre scorso dopo che un infarto lo aveva colpito all’interno della stazione di Porta Susa. Era con il figlio e stava tornando a Biella dopo aver affrontato un’audizione in Corte d’appello relativa a presunte irregolarità nella gestione dell’ufficio di via Italia scoperte in seguito a un’ispezione ministeriale disposta l’estate scorsa. E’ morto l’altra mattina, dopo tre settimane di agonia nel reparto di rianimazione dell’ospedale Mauriziano di Torino, Francesco Golisano, 73 anni, di Biella, da 14 mesi coordinatore dell’ufficio dei Giudici di pace. Il magistrato era stato ricoverato il 24 novembre scorso dopo che un infarto lo aveva colpito all’interno della stazione di Porta Susa. Era con il figlio e stava tornando a Biella dopo aver affrontato un’audizione in Corte d’appello relativa a presunte irregolarità nella gestione dell’ufficio di via Italia scoperte in seguito a un’ispezione ministeriale disposta l’estate scorsa. Nulla di così grave in realtà: fatti relativi a presunti ritardi di alcuni fascicoli processuali e altri fatti di natura amministrativa in un ufficio, peraltro, che negli ultimi tempi si è trovato a dover fronteggiare una situazione da panico per le gravi carenze nell’organico sia dei giudici che del personale amministrativo. «Fatti che, comunque, non lo riguardavano direttamente - ribadisce il figlio, Roberto Golisano -. Mio padre è stato messo sott’accusa per questioni che già si erano consolidate prima che lui diventasse coordinatore dell’ufficio, quando ancora era un semplice giudice di pace senza responsabilità direttive. E’ rimasto sconvolto da ciò che gli stavano facendo e ne ha sofferto terribilmente. Non è stato un infarto a portarselo via, me l’hanno ammazzato...».
Cordiale con tutti, educato, preciso, meticoloso, legato al suo lavoro in modo encomiabile, aveva denunciato sulle colonne di questo giornale, prima della fatidica ispezione, la carenza assurda di personale, dei vuoti da paura e il timore che tali vuoti potessero addirittura trasformarsi in voragini con il pensionamento di altre due persone fondamentali per la cancelleria. Lo aveva fatto con il suo solito modo, signorile, cortese, a bassa voce. Non ce la faceva più. Ogni settimana chiedeva più personale. E ogni volta si sentiva fare promesse che non venivano mantenute. Voleva tirare avanti fino alla fine di dicembre. Poi basta, lo attendeva la pensione. Ma era solito somatizzare ogni cosa. E la tensione di questi ultimi mesi, da quando gli ispettori avevano varcato la soglia degli uffici di via Italia e avevano cominciato a contestarne la gestione, non aveva fatto altro che peggiorare la situazione. «Non si capacitava - ribadisce ancora il figlio - di come lui, fedele servitore dello Stato, fosse rimasto coinvolto in quella situazione per rispondere di fatti di cui non era responsabile...».
Il 24 novembre scorso, dopo l’audizione in Corte d’Appello a Torino, il magistrato era stato colpito da un infarto in stazione. «Quand’è uscito da quell’ufficio - ricorda il figlio - ha cominciato ad avvertire delle fitte, a scaricare la tensione accumulata in tutti questi mesi. Mi sono preoccupato, ma lui come al solito mi ha ribadito di stare bene, di non preoccuparmi, che si sarebbe presto ripreso. Invece è stato colpito da infarto tra le mie braccia...».
Nonostante tutti fossero a conoscenza delle sue condizioni disperate, tre giorni fa è arrivata la lettera con la censura nei suoi confronti relativa all’operato dell’ufficio di Biella. «Gli chiedevano di firmare e di rispedire il tutto - spiega il figlio -. Mio padre ha firmato, ma col sangue...».
Oggi alle 17 nella chiesa di San Paolo sarà recitato il rosario. I funerali si terranno invece domani, sempre nella stessa chiesa, alle 15. Francesco Golisano era rimasto vedono nel 1990. Oltre al figlio Roberto, lascia nel dolore la figlia Giuliana.

17 dicembre 2009

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