«Dentista ha evaso più di due milioni»

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(22 feb) Uno è un dentista ed è accusato d’aver evaso il Fisco per più di due milioni di euro. E’ stato proprio il suo elevato tenore di vita e l’amore per le auto di lusso e le moto di grossa cilindrata a tradirlo. L’altro, un odontotecnico, si è accontentato di evadere, in confronto, una vera miseria: “appena” 50 mila euro più 5.000 euro di Iva. Ma è finito lo stesso nei guai, con una denuncia alla Procura della Repubblica e l’inizio di un procedimento penale, per il reato di esercizio abusivo di una professione in quanto avrebbe effettuato prestazioni da dentista pur non avendone i titoli. Gli accertamenti sono stati effettuati dalla tenenza di Cossato della Guardia di finanza al termine di due distinte attività investigative iniziate nel 2009, che avrebbero consentito di individuare, nei confronti di due studi professionali, violazioni sia di tipo penale sia di carattere tributario. Uno è un dentista ed è accusato d’aver evaso il Fisco per più di due milioni di euro. E’ stato proprio il suo elevato tenore di vita e l’amore per le auto di lusso e le moto di grossa cilindrata a tradirlo. L’altro, un odontotecnico, si è accontentato di evadere, in confronto, una vera miseria: “appena” 50 mila euro più 5.000 euro di Iva. Ma è finito lo stesso nei guai, con una denuncia alla Procura della Repubblica e l’inizio di un procedimento penale, per il reato di esercizio abusivo di una professione in quanto avrebbe effettuato prestazioni da dentista pur non avendone i titoli. Gli accertamenti sono stati effettuati dalla tenenza di Cossato della Guardia di finanza al termine di due distinte attività investigative iniziate nel 2009, che avrebbero consentito di individuare, nei confronti di due studi professionali, violazioni sia di tipo penale sia di carattere tributario. Il primo dei presunti evasori, F.R., 53 anni, di Lessona, è un dentista con studio ben avviato in centro a Cossato. Il secondo, L.B., 43 anni, è un odontotecnico titolare di un piccolo studio nella Valle di Mosso. Non è laureato in medicina né, tantomeno, in odontoiatria. Ciò nonostante, secondo i militari delle Fiamme Gialle, coordinati dal maresciallo Andrea Basso, avrebbe operato anche come dentista. Per provare l’attività abusiva, i finanzieri hanno raccolto le dichiarazioni di numerosi clienti dello studio. Al fine di giustificare la presenza nello studio della classica poltrona con annessa strumentazione odontoiatrica, denominata “riunito”, l’odontotecnico si sarebbe avvalso della collaborazione compiacente di un dentista vero, residente fuori provincia, il quale, tuttavia, sarebbe stato presente in quei locali solo in modo saltuario, non più di una volta alla settimana. Nei confronti solo del presunto “abusivo”, i finanzieri hanno contestato anche il mancato versamento nelle casse dell’Erario dell’Iva, imposta non prevista per il dentista “regolare” in quanto le sue prestazioni sanitarie ne sono esenti.
Benché puntuale nel rilasciare la fattura ai clienti, l’odontoiatra di Lessona pare fosse poco rispettoso degli obblighi fiscali, poiché non avrebbe dichiarato per nulla i proventi all’Erario e perché risultava sprovvisto di qualsiasi scrittura contabile nel periodo compreso tra il 2004 e il 2008. Anche in questo caso, il lavoro dei finanzieri è stato minuzioso. Sono state infatti raccolte numerose fatture che hanno permesso di ricostruire il volume d’affari complessivo dello studio dentistico. A insospettire la Finanza, è stata anche la passione del professionista per le auto di lusso (possedeva - secondo gli investigatori - in quel periodo una Mercedes sportiva di notevole valore) e delle moto, in particolare le mitiche (e costose) Harley Davidson. Possedeva inoltre un quad, delle moto da cross e da collezione.
Dura la replica del dentista. Stupito per le accuse, il professionista lessonese dice: «Il mio ex commercialista non ha trasmesso alcune dichiarazioni del 2004 e del 2006. Ma io ho sempre pagato. Pago tasse quattro volte in più di un dentista italiano medio e 20 volte di più di un contribuente medio. Dimostrerò tutto nelle sedi opportune, ma intanto vengo sbattuto in prima pagina con responsabilità non mie. Le accuse si basano su illeciti solo presunti. Posseggo una solo moto, usata, e una Mercedes vecchia di dieci anni».
Per il comandante provinciale della Guardia di finanza, colonnello Salvatore Barca, «i controlli operati dalle Fiamme gialle nei confronti dei professionisti, sono volti non solo a garantire l’equa distribuzione del carico fiscale in capo ai contribuenti, reprimendo gli squilibri più evidenti tra tenore di vita e redditi dichiarati dagli stessi, ma vanno, di fatto, a tutelare la salute dei cittadini, individuando e circoscrivendo fenomeni di abusivismo che, soprattutto in settori delicati come quello sanitario, possono costituire un serio pericolo per ignari clienti».
v.ca. - p.l.b.
22 febbraio 2010

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