Decoro e sicurezza, stretta sui privati

Decoro e sicurezza, stretta sui privati
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BIELLA - Un vero e proprio censimento delle proprietà, pubbliche e private, che non rispettano gli standard di sicurezza e di decoro urbano contenuti nel regolamento edilizio vigente. Lo lancia il Comune di Biella che in giunta comunale ha approvato una delibera che va proprio in questa direzione. E che dà mandato ai dirigenti degli uffici preposti per andare ad approfondire l’attuale situazione, partendo dai complessi più grandi a livello di superficie, soprattutto se si affacciano su piazze o strade pubbliche. A spiegare nel dettaglio l’operazione, voluta dalla giunta Cavicchioli, è il vicesindaco e assessore all’urbanistica Diego Presa. «Partiamo dal fatto - sottolinea - che esiste già un regolamento edilizio che va a tutelare sicurezza e decoro pubblico. Con questa iniziativa vogliamo andare a mappare la situazione attuale, contattando anche i privati per conoscere le loro intenzioni sugli stabili che verranno individuati. Abbiamo stilato un ordine di priorità che prevede innanzitutto la mappatura degli immobili o aree degradate di rilevante visibilità in quanto prospicienti strade o piazze pubbliche ad elevata percorrenza e o frequentazione. E poi gli immobili di particolare pregio storico architettonico o situati in contesti di pregio paesaggistico». 
L’operazione del Comune vuole essere una sorta di incentivo, di volano per i proprietari. «Perché - sottolinea Presa - il decoro urbano deve essere garantito non solamente dal pubblico». Alcuni esempi emblematici sulle aree e gli stabili che saranno mappati dai dirigenti nelle prossime settimane sono quelle delle proprietà che si affacciano lungo via Carso, come ad esempio le ex Pettinature o gli ex Rivetti, ma anche l’ex ospedale di Biella, l’ex sede di Atap e tutte le altre strutture abbandonate. «Il Comune - spiega Presa - ha due strumenti a disposizione, come sancito dal regolamento edilizio. La prima prevede che quando le condizioni di un immobile o di una sua parte siano degradate al punto da costituire pregiudizio per la sicurezza o per il decoro urbano, l’autorità comunale ordina al proprietario l’esecuzione delle opere necessarie per il ripristino e in caso di inottemperanza all’ordinanza dispone l’esecuzione d’ufficio, con rivalsa delle spese nei confronti del soggetto inadempiente. Naturalmente questo è possibile quando ci sono risorse comunali a disposizione». Il secondo articolo del regolamento che viene tirato in ballo nella delibera è legato al fatto che ogni proprietario deve mantenere il proprio edificio e tutte le parti di esso in conformità con le disposizioni di legge in materia di sicurezza, di igiene e decoro pubblico. Anche in questo caso, se non vengono rispettate certe condizioni, può arrivare l’ordinanza comunale. 
Un’operazione, la mappatura dell’esistente, che in città non era mai stata fatta. «Potremmo anche scoprire - precisa Presa - che ci sono già dei progetti di riqualificazione che devono partire. Proprio per questo abbiamo deciso di dare mandato ai dirigenti di fare il punto della situazione. Ci sono zone sensibili, come l’asse di via Carso, dove sono presenti anche delle scuole, su cui non possiamo chiudere gli occhi e attendere che capiti qualcosa». I problemi, soprattutto con i siti di interesse storico, sono rappresentati anche dai vincoli della Soprintendenza. «Ma con questa mappatura potremo - dice Presa - sapere come comportarci». 
Non solo privati. Il regolamento edilizio vale per il privato ma anche per la parte pubblica. E’ il caso dell’area dell’ex ospedale, o quella lungo corso Risorgimento e viale Macallé che prima ospitava la sede di Atap. «Qui - dice Presa - speriamo che decolli il progetto della nuova scuola e dei laboratori di occupabilità. Si andrebbe a recuperare un’area che, dopo il trasloco è abbandonata. Per quanto riguarda l’ex ospedale ci sarà un confronto con l’Asl, proprietaria della struttura». Insomma, un’indagine comunale di mercato a 360 gradi «che ci auguriamo - conclude Presa - possa servire da volano anche per i privati per intervenire. Perché il decoro e la sicurezza in città non sono solo materia pubblica, come viene sancito proprio dal nostro regolamento edilizio». 
Enzo Panelli

BIELLA - Un vero e proprio censimento delle proprietà, pubbliche e private, che non rispettano gli standard di sicurezza e di decoro urbano contenuti nel regolamento edilizio vigente. Lo lancia il Comune di Biella che in giunta comunale ha approvato una delibera che va proprio in questa direzione. E che dà mandato ai dirigenti degli uffici preposti per andare ad approfondire l’attuale situazione, partendo dai complessi più grandi a livello di superficie, soprattutto se si affacciano su piazze o strade pubbliche. A spiegare nel dettaglio l’operazione, voluta dalla giunta Cavicchioli, è il vicesindaco e assessore all’urbanistica Diego Presa. «Partiamo dal fatto - sottolinea - che esiste già un regolamento edilizio che va a tutelare sicurezza e decoro pubblico. Con questa iniziativa vogliamo andare a mappare la situazione attuale, contattando anche i privati per conoscere le loro intenzioni sugli stabili che verranno individuati. Abbiamo stilato un ordine di priorità che prevede innanzitutto la mappatura degli immobili o aree degradate di rilevante visibilità in quanto prospicienti strade o piazze pubbliche ad elevata percorrenza e o frequentazione. E poi gli immobili di particolare pregio storico architettonico o situati in contesti di pregio paesaggistico». 
L’operazione del Comune vuole essere una sorta di incentivo, di volano per i proprietari. «Perché - sottolinea Presa - il decoro urbano deve essere garantito non solamente dal pubblico». Alcuni esempi emblematici sulle aree e gli stabili che saranno mappati dai dirigenti nelle prossime settimane sono quelle delle proprietà che si affacciano lungo via Carso, come ad esempio le ex Pettinature o gli ex Rivetti, ma anche l’ex ospedale di Biella, l’ex sede di Atap e tutte le altre strutture abbandonate. «Il Comune - spiega Presa - ha due strumenti a disposizione, come sancito dal regolamento edilizio. La prima prevede che quando le condizioni di un immobile o di una sua parte siano degradate al punto da costituire pregiudizio per la sicurezza o per il decoro urbano, l’autorità comunale ordina al proprietario l’esecuzione delle opere necessarie per il ripristino e in caso di inottemperanza all’ordinanza dispone l’esecuzione d’ufficio, con rivalsa delle spese nei confronti del soggetto inadempiente. Naturalmente questo è possibile quando ci sono risorse comunali a disposizione». Il secondo articolo del regolamento che viene tirato in ballo nella delibera è legato al fatto che ogni proprietario deve mantenere il proprio edificio e tutte le parti di esso in conformità con le disposizioni di legge in materia di sicurezza, di igiene e decoro pubblico. Anche in questo caso, se non vengono rispettate certe condizioni, può arrivare l’ordinanza comunale. 
Un’operazione, la mappatura dell’esistente, che in città non era mai stata fatta. «Potremmo anche scoprire - precisa Presa - che ci sono già dei progetti di riqualificazione che devono partire. Proprio per questo abbiamo deciso di dare mandato ai dirigenti di fare il punto della situazione. Ci sono zone sensibili, come l’asse di via Carso, dove sono presenti anche delle scuole, su cui non possiamo chiudere gli occhi e attendere che capiti qualcosa». I problemi, soprattutto con i siti di interesse storico, sono rappresentati anche dai vincoli della Soprintendenza. «Ma con questa mappatura potremo - dice Presa - sapere come comportarci». 
Non solo privati. Il regolamento edilizio vale per il privato ma anche per la parte pubblica. E’ il caso dell’area dell’ex ospedale, o quella lungo corso Risorgimento e viale Macallé che prima ospitava la sede di Atap. «Qui - dice Presa - speriamo che decolli il progetto della nuova scuola e dei laboratori di occupabilità. Si andrebbe a recuperare un’area che, dopo il trasloco è abbandonata. Per quanto riguarda l’ex ospedale ci sarà un confronto con l’Asl, proprietaria della struttura». Insomma, un’indagine comunale di mercato a 360 gradi «che ci auguriamo - conclude Presa - possa servire da volano anche per i privati per intervenire. Perché il decoro e la sicurezza in città non sono solo materia pubblica, come viene sancito proprio dal nostro regolamento edilizio». 
Enzo Panelli

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