DALL'ITALIA: LUCIANO CLERICO

DALL'ITALIA: LUCIANO CLERICO
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Genova. La situazione politica italiana sembra analoga, vista col dovuto distacco, a quella venutasi a creare a Roma con la caduta del Sacro Romano Impero. Cadono i potenti. A uno a uno vacillano sotto la spinta dei  “barbari” magistrati nomi sacri del potere italiano degli ultimi vent’anni: Silvio Berlusconi, Umberto Bossi, Claudio Scajola, Francesco Rutelli. Eccetera eccetera. Per certi versi non è un bel vedere.

Per altri sì, il Palazzo del potere aveva bisogno che si aprissero un po’ di finestre per lasciar entrare aria nuova. Questione di ricambio. Ma ho questo dubbio: che dalle presunte ceneri di  “questa” vecchia Roma non ne nascerà una davvero nuova. A meno che non si abbia il coraggio di andare fino in fondo e costringere la classe politica ad un cambio in primo luogo generazionale. Ma non vedo in Italia alcun Obama capace di rappresentare - anche simbolicamente -  una nuova generazione al potere. Vedo vecchie logiche politiche più o meno urlate in televisione da volti più o meno nuovi che si propongono secondo i soliti schemi. E’ la solita Italia, quella che non cambia.  Peccato. Negli Stati Uniti in tempi di campagna elettorale ricorre spesso questa battuta, che credo sia di Woody Allen (ma potrei sbagliare). Di certo è molto usata dai commentatori: «I politici sono come i pannolini. Affinchè svolgano al meglio la loro funzione, bisogna cambiarli spesso». Luciano Clerico

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