DALLA SVEZIA: PATRIZIA GARZENA

DALLA SVEZIA: PATRIZIA GARZENA
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Katrineholm. Anche la Svezia si è svegliata stamattina col faccione di Berlusconi che occhieggia tra un servizio sul pranzo di Natale e i risultati del weekend del campionato di hockey. Come scrivo spesso, gli svedesi non hanno particolare interesse per la politica italiana, ma la figura di Berlusconi suscita, anche quassù, un inspiegabile fascino negativo.

Katrineholm. Anche la Svezia si è svegliata stamattina col faccione di Berlusconi che occhieggia tra un servizio sul pranzo di Natale e i risultati del weekend del campionato di hockey. Come scrivo spesso, gli svedesi non hanno particolare interesse per la politica italiana, ma la figura di Berlusconi suscita, anche quassù, un inspiegabile fascino negativo.
Dopo l’episodio del voto contrario della Svezia ai fondi per i terremotati in Emilia, molti nel nostro Paese sono stati forse portati a pensare che gli svedesi guardino agli italiani un po’ dall’alto in basso come, per altro, fanno apertamente inglesi e tedeschi. Ma vivendoci in mezzo si scopre che non è così. Gli svedesi hanno di noi un’immagine molto romantica del “popolo della Dolce Vita”, di quelli capaci di prendere le cose con un certo disincanto, di quelli goderecci e rilassati che affrontano tutto con un sorriso. Hanno la convinzione che tutti gli italiani siano persone coltissime in grado di discettare in latino di storia dell’arte e del melodramma, e proprio non riescono a capacitarsi di come un popolo così eccezionale abbia potuto far arrivare al potere un tale come Silvio Berlusconi. «Nemmeno io», rispondo di solito a quelli che mi esternano la loro genuina incredulità dopo avermi sciorinato uno per uno tutti i motivi per cui, secondo loro, l’Italia è il Paese più colto e bello del mondo.
Patrizia Garzena

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