DALLA NORVEGIA: VITTORIO MAGLIOLA

DALLA NORVEGIA: VITTORIO MAGLIOLA
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Trondheim. Gli agricoltori han deciso di aiutare la nuova moda del momento qui in Norvegia, la dieta low-carb (a basso contenuto di carboidrati) e nei prossimi giorni hanno minacciato di bloccare la produzione di pane in tutta la Norvegia. Al di là delle battute, gli agricoltori protestano contro l’importo (ritenuto troppo basso) dei contributi statali a sostegno del settore contenuti nella proposta del governo. L’agricoltura qui in Norvegia è un settore iper-protetto, e non a caso è tenuto fuori dagli accordi bilaterali con l’Unione Europea, proprio per evitare ingerenze eccessive delle istituzioni comunitarie. Ogni anno gli agricoltori ricevono sussidi statali che ne integrano il reddito e lo avvicinano alla media nazionale, ed insieme a questi usufruiscono di alte barriere doganali che rendono (quasi) proibitivo importare gli stessi generi alimentari prodotti in Norvegia.

In questo modo i prezzi per i consumatori sono generalmente molto alti, e la qualità, complice anche l’elevata industrializzazione e meccanizzazione dell’agricoltura, non particolarmente elevata. Non a caso i norvegesi destinano una percentuale sempre minore del loro reddito all’alimentazione, accontentandosi di mangiare schifezze inenarrabili che in Italia probabilmente farebbero intervenire i Nas: come esempio posso citare la pizza “Grandiosa” (il nome è già tutto un programma), l’alimento per eccellenza di tutti gli studenti norvegesi, che è in realtà una specie di focaccia congelata con sopra praticamente tutto quello che uno può immaginare, dall’ananas al bacon, passando per le polpette di carne. Uno mangia una cosa del genere ogni giorno e dopo due mesi lo devono ricoverare in ospedale con una gastrite fulminante. Da due giorni, insomma, i contadini norvegesi stanno bloccando i rifornimenti a due stabilimenti che producono la farina per il pane, e proprio per le conseguenze dell’industrializzazione sfrenata del settore tra un paio di giorni il popolo norvegese rimarrà a secco. L’intento degli agricoltori è dimostrare che senza di loro in Norvegia non si mangia. Ora, messa in questo modo la protesta non sembra poi così drammatica, ma gli agricoltori hanno promesso altre azioni: dal canto suo il governo non sembra proprio intenzionato a cambiare la propria offerta, e probabilmente il tutto si aggiusterà con un qualche piccolo rialzo dei sussidi: i norvegesi continueranno a mangiare le loro care (in tutti i sensi) schifezze, i contadini masticheranno amaro ma accetteranno la proposta, e alla fine io continuerò a mangiare pasta Barilla pagandola tanto quanto un chilo di salmone affumicato in Italia. Buon appetito a tutti!

Vittorio Magliola

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