DALLA NORVEGIA: VITTORIO MAGLIOLA

DALLA NORVEGIA: VITTORIO MAGLIOLA
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Trondheim. Venerdì scorso si è tenuta qui a Trondheim una manifestazione neonazista, terminata con una rissa che ha coinvolto anche la polizia e un gruppo di dimostranti di estrema sinistra venuti a protestare contro la sfilata neonazista per le vie del centro: alla fine ci sono stati un po’ di fermi e qualche contuso, ma niente di più grave.La notizia in sè non sarebbe molto importante: parafrasando John Belushi, io li odio i nazisti del Sør-Trøndelag, se non fosse che tutti questi gruppi e gruppuscoli dopo il 22 luglio dell'anno scorso, ed i massacri commessi da Anders Behring Breivik, sono finiti al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica norvegese.

Le teorie e le idee che animano i forum di discussione dei militanti e simpatizzanti dei vari movimenti costituiscono la base culturale sulla quale Breivik ha stilato il suo tristemente celebre e delirante manifesto. La domanda che ora ci si pone in Norvegia è dove finisca la libertà di espressione, e dove invece lo stato debba intervenire per prevenire e, al limite, impedire la diffusione di messaggi carichi d’odio e violenza.Dopo l’esperienza dell’anno scorso questo interrogarsi non è più un vuoto esercizio accademico, ma un problema reale ed urgente. I gruppi dell’estrema destra sono piuttosto sparuti qui in Norvegia, mentre in Svezia e in Finlandia hanno ben altre dimensioni ed importanza: non a caso il coordinatore del gruppo qui a Trondheim è svedese, così come Breivik è sospettato di avere avuto contatti con gruppi svedesi e inglesi, almeno nelle fasi preparatorie degli attentati.Per adesso l’orientamento è quello di lasciare libertà assoluta di espressione, ma di reprimere e punire gli atti concreti di violenza: un ricercatore dell’università di Trondheim, che ha studiato a lungo i movimenti di estrema destra nel Nord Europa, sconsigliava uno scontro frontale con questi gruppi, perchè li aiuterebbe solamente ad ottenere maggiore visibilità nell’opinione pubblica.Vedremo cosa succederà nei prossimi mesi, quando il processo a Breivik incomincerà e quando probabilmente salteranno fuori altri gruppi e singoli individui desiderosi di ottenere i loro benedetti cinque minuti di fama.

Vittorio Magliola

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