DALLA NORVEGIA: VITTORIO MAGLIOLA

Trondheim. Oggi mentre scrivo è il Primo Maggio, festa dei Lavoratori, e qui in Norvegia si festeggia con cortei in tutte le città e discorsi dei personaggi politici. A festeggiarlo sono ovviamente solo i partiti di sinistra, ma è comunque una festa che riunisce un po’ tutti. Nel primo pomeriggio, però, è arrivata inattesa una notizia che ha rattristato tutta la nazione: a Flagstaff, negli Stati Uniti, è morto Alexander Dale Oen, il primo nuotatore norvegese ad avere vinto una medaglia nei giochi olimpici.
Dale Oen era veramente il prototipo del bravo ragazzo, cresciuto in un paesino nella regione dell’Hordaland, probabilmente uno dei pochi che non era stato attirato dal calcio o dalla pallamano, sport sicuramente più popolari tra i ragazzi norvegesi. L’estate scorsa alla fine di luglio aveva vinto i 100 metri rana ai mondiali di Shanghai, e aveva anche fissato il nuovo record mondiale sulla distanza: eppure, durante le interviste, era scoppiato a piangere ed aveva dichiarato che i record e le medaglie per lui non significavano molto, considerando che pochi giorni prima erano state uccise più di settanta persone nel suo paese. Aveva dedicato la vittoria alle vittime di Oslo e di Utøya, ed ai giornalisti aveva anche raccontato che nei giorni successivi agli attentati aveva vissuto momenti molto difficili, lui che era così lontano dalla sua patria mentre avrebbe voluto essere più vicino alla sua gente in un momento così tragico. Anche per questo suo modo di essere era molto amato quassù, e mi sembrava giusto ricordarlo non solo come un grande atleta, ma anche come una bella persona, un vero esempio per i più giovani e per tanti suoi colleghi, anche qui in Norvegia.
Vittorio Magliola