DALLA GRAN BRETAGNA:FRANCESCA PESCE

DALLA GRAN BRETAGNA:<BR>FRANCESCA PESCE
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Birmingham. A meno di 24 ore dall’inizio delle Olimpiadi, Londra è in gran fermento: il resto dell’Inghilterra no. Sebbene i giochi olimpici siano un grande evento, chi ne beneficia maggiormente è la città ospitante che, comunque, ha investito e pagato le spese dell’organizzazione.

A differenza, per esempio, dei mondiali di calcio, le cui partite si giocano in svariate località della nazione ospitante, i giochi si svolgono quasi tutti nell’aerea della città prescelta, che si appropria di tutto il business che l’evento è in grado di generare. Infatti, Birmingham, che è la seconda città inglese, non ha tratto benefici dall’evento, anzi si è già verificata qualche piccola perdita. Come ho anticipato in alcuni articoli dello scorso inverno, le delegazioni giamaicane e statunitensi hanno scelto Birmingham come base logistica per la preparazione finale. Nessun evento in particolare è stato organizzato per celebrare gli sportivi: se non fosse per i rari cartelloni, sparsi in centro e in periferia, che danno il benvenuto agli atleti d’oltreoceano, non si saprebbe nemmeno che da qualche parte, a Birmingham, ha risieduto l’uomo più veloce del mondo, Usain Bolt. I danni, prima menzionati, si riferiscono al fatto che le province inglesi che hanno messo il turismo al centro del loro piano strategico di sviluppo, sono state penalizzate per i mesi di luglio, agosto e settembre. I visitatori, in arrivo specialmente dai paesi del Bric (Brasile, Russia, India e Cina) e dall’Estremo Oriente, generalmente iniziano e finiscono i loro tour nella capitale Londra. Poiché il Comitato Olimpico ha bloccato un considerevole numero di camere durante i 3 mesi delle Olimpiadi e Paralimpiadi, i tour operators non hanno potuto vendere ai turisti stranieri i loro tradizionali percorsi nel cuore dell’Inghilterra per la mancanza di posti letto a Londra. Pertanto, città come Birmingham, Liverpool e Manchester si sono visti privare dell’importante risorsa dei gruppi organizzati. Dai cataloghi sono scomparse tutte le destinazioni del Midland, del Galles, della Cornovaglia e del nord Inghilterra: not London, not tour. E, considerando la lontananza da Londra, le strutture alberghiere di queste città non hanno assaporato il dolce, e remunerativo, clima olimpico. Anche i londinesi, per quanto entusiasti del grande evento, dovranno passare un mese di fuoco, stretti tra controlli molto rigidi in tutta la città e l’invasione di turisti, superiore alla norma, con prezzi impazziti verso l’alto. A questo punto, a Giochi ormai pronti e i disagi già ad alti livelli, tutti a Londra sperano che almeno durante la giornata di apertura il tempo sia clemente e il sole splenda sulla metropoli. Qui a Birmingham domani sarà un giorno come tanti altri, le Olimpiadi stanno a quasi 200 chilometri di distanza e gli echi sono quasi come quelli che ricevete in Italia, davanti al televisore.

Francesca Pesce

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