DALLA GRAN BRETAGNA: SIMONA REY
Londra. Dopo una lunga attesa, il primo ritratto ufficiale della Duchessa di Cambridge, o Kate, come tutti, più semplicemente ed in barba alle formalità, la chiamano quassù, è stato presentato al pubblico. Nonostante i commenti molto positivi della diretta interessata, il resto della popolazione si è divisa tra un laconico «no comment» ed il fragoroso coro di critiche nei confronti del pittore e ritrattista Paul Emsley. Pur non essendo io un’esperta, concordo di cuore con i critici d’arte. Kate rappresenta una ventata di aria nuova, non solo per la propria bellezza ed affabilità ma per essere riuscita rapidamente ed in maniera molto personale a rilanciare l’immagine un po’ stanca della monarchia. Il ritratto, seppur eseguito magistralmente, è, infatti, piuttosto inquietante e si allontana di molto dall’immagine solare a cui i sudditi della regina si sono abituati. Non solo il parallelismo tra il quadro e le immagini vampiresche del ciclo di romanzi Twilight non è tardato ad arrivare, ma i più arditi hanno persino suggerito che il pittore abbia adottato le tecniche dei professionisti del trucco post-mortem per la realizzazione del quadro. In questo momento non vorrei proprio essere nei panni di Mr Emsley, visto che “convenzionale” è stato l’unico aggettivo adottato che sia prossimo al complimento; ma gli inglesi, si sa, se non possono riderci su, preferiscono cambiare discorso, e senza indugio, la notizia che il figlio del Duca e della Duchessa arriverà a luglio, ha rapidamente rimpiazzato tutte le altre. La nazione, a detta dei giornalisti, aspetta pazientemente ed il principe Carlo, resosi conto che diventerà nonno, si è ripromesso di risolvere i problemi del cambiamento climatico in nome dei futuri nipoti. Ammesso che il ritratto rimanga chiuso alla National Portrait Gallery per anni a venire, possiamo veramente dormire tutti sonni più tranquilli.
Simona Rey
Londra. Dopo una lunga attesa, il primo ritratto ufficiale della Duchessa di Cambridge, o Kate, come tutti, più semplicemente ed in barba alle formalità, la chiamano quassù, è stato presentato al pubblico. Nonostante i commenti molto positivi della diretta interessata, il resto della popolazione si è divisa tra un laconico «no comment» ed il fragoroso coro di critiche nei confronti del pittore e ritrattista Paul Emsley. Pur non essendo io un’esperta, concordo di cuore con i critici d’arte. Kate rappresenta una ventata di aria nuova, non solo per la propria bellezza ed affabilità ma per essere riuscita rapidamente ed in maniera molto personale a rilanciare l’immagine un po’ stanca della monarchia. Il ritratto, seppur eseguito magistralmente, è, infatti, piuttosto inquietante e si allontana di molto dall’immagine solare a cui i sudditi della regina si sono abituati. Non solo il parallelismo tra il quadro e le immagini vampiresche del ciclo di romanzi Twilight non è tardato ad arrivare, ma i più arditi hanno persino suggerito che il pittore abbia adottato le tecniche dei professionisti del trucco post-mortem per la realizzazione del quadro. In questo momento non vorrei proprio essere nei panni di Mr Emsley, visto che “convenzionale” è stato l’unico aggettivo adottato che sia prossimo al complimento; ma gli inglesi, si sa, se non possono riderci su, preferiscono cambiare discorso, e senza indugio, la notizia che il figlio del Duca e della Duchessa arriverà a luglio, ha rapidamente rimpiazzato tutte le altre. La nazione, a detta dei giornalisti, aspetta pazientemente ed il principe Carlo, resosi conto che diventerà nonno, si è ripromesso di risolvere i problemi del cambiamento climatico in nome dei futuri nipoti. Ammesso che il ritratto rimanga chiuso alla National Portrait Gallery per anni a venire, possiamo veramente dormire tutti sonni più tranquilli.
Simona Rey