DALLA GRAN BRETAGNA: FRANCESCA PESCE

DALLA GRAN BRETAGNA: FRANCESCA PESCE
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Birmingham. La legge è uguale ovunque. Anche in Inghilterra, come in Italia, capita che la sentenza apparentemente renda giustizia alla parte lesa, ma in pratica arreca un danno maggiore a chi ha già subito un torto. La settimana scorsa, nell’hotel in cui lavoro, è successo una strano episodio: marito e moglie hanno litigato, con veemenza, in camera nelle prime ore di sabato mattina. L’uomo, in un impeto di rabbia e cattiveria, ha preso a pugni la porta d’ingresso, creando un buco da parte a parte. Non contento di ciò, ha deciso di distruggere la Tv al plasma in dotazione a ogni camera. Ha poi continuato nel parcheggio, riducendo in frantumi il finestrino dell’auto della moglie. 

La polizia è stata immediatamente chiamata e il  “simpatico” personaggio arrestato. La giustizia ha fatto il suo corso: il lunedì successivo l’uomo è stato condotto in tribunale, si è dichiarato colpevole ed è stato condannato (“criminal damage” in inglese) a rimborsare all’hotel i danni per un totale che ammonta a 900 sterline.  Fin qui è sembrata una sentenza esemplare, ma il bello è arrivato nella sua applicazione: al colpevole è stato imposto di pagare al nostro albergo 10 sterline ogni due settimane. Il debito con la giustizia, e di conseguenza con l’hotel, sarà estinto in 4 anni, sempre che le scadenze vengano rispettate. Ovviamente ci siamo sentiti presi in giro, nonchè beffati poiché non abbiamo più diritto a ricevere il rimborso dall’assicurazione.Inizialmente ho pensato che il sistema giudiziario in UK fosse eccellente, poiché il fatto è accaduto il sabato mattina e il lunedì pomeriggio la corte già esprimeva un verdetto: incredibilmente veloce, se si fa il paragone con i tempi della giustizia italiana. Quando sono arrivati i termini di rimborso, purtroppo mi sono dovuta ricredere. 

Francesca Pesce

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