DALLA FRANCIA: COSTANTINO MORETTI

DALLA FRANCIA: COSTANTINO MORETTI
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Parigi. Se in un Paese come la Cina, in cui la mano d’opera è a basso prezzo, il vero problema di Ikea (sinonimo di ascesa sociale) è quello di spiegare ai propri clienti per quale ragione questi debbano montare da sé i mobili acquistati, in Francia il gruppo svedese è scosso in questo periodo da questioni ben più fastidiose. In effetti, in seguito ad un articolo apparso su Liberation il 17 marzo, il gruppo Ikea France è sospettato di aver ottenuto illegalmente delle informazioni sui propri salariati. L’articolo in questione riproduce in particolare il contenuto di una e-mail in cui un responsabile della “Gestione rischi” si rivolge ad un investigatore privato per ottenere informazioni su parte del personale impiegato presso una sede del mobilificio, vicino a Rouen.

Il Pubblico ministero indaga dunque su un’eventuale fuga di informazioni confidenziali provenienti dalla banca dati conosciuta come “Sistema di trattamento delle infrazioni constatate”. Se i dirigenti di Ikea avessero ottenuto tali informazioni, questo implicherebbe, in effetti, che dei funzionari di polizia abbiano fornito, in un quadro completamente illegale, dati confidenziali relativi a infrazioni e crimini commessi (o subiti) da parte di cittadini. In breve, l’accusa è duplice: da un lato Ikea spierebbe illegalmente i propri salariati, dall’altro non si esclude la possibile partecipazione di alcuni agenti di polizia in questa vicenda. Il quadro non è così fantasista se si pensa che solo due anni fa 14 membri delle forze dell’ordine sono stati sanzionati per vicende di questo genere, nell’ambito di inchieste legate ad altre società. Il gruppo Ikea, del resto, è stato al centro di un’indagine simile negli anni ’90. In quell’occasione furono alcuni ex-poliziotti in pensione ad essere perseguiti dalla legge per aver contribuito alla vendita di informazioni tratte da documenti amministrativi confidenziali. Per evitare il riprodursi vicende di questo genere, la direzione generale del gruppo svedese sta ora preparando una “carta etica”. Una canzone molto in voga di alcuni anni fa, intitolata “Les bobos” (che sta per “i borghesi-bohémien”), dipingendo un ritratto di questa categoria sociale economicamente forte, recitava: “Font leurs courses dans les marchés bios (…), leur livre de chevet c’est Cioran, près du catalogue Ikea…” (“Fanno la spesa nei mercati bio (…), il loro libro da capezzale è Cioran, accanto al catalogo Ikea…”). C’è dunque solo da sperare che la sensibilità etica dei “bobos” non predomini sul loro indiscusso senso dell’estetica.

Costantino Moretti

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