DAGLI USA:EMILIO PASCHETTO

New York. Di che si scrive questa settimana se non dell’ultimo aberrante show che gli Stati Uniti hanno messo in scena la notte della prima dell’ultimo Batman film? Già sapete i dettagli, non è mio interesse tornare sull’assediante serie di informazioni che le televisioni hanno qui mandato per giorni interi a descrivere lo psicotico 24enne che ha aperto il fuoco (armato come un terrorista), al cinema nei sobborghi di Denver.
Piuttosto: perché atti del genere capitano troppo spesso negli Usa? Osservo il sovrannumero di poliziotti che ora sono fuori dai cinema di Union Square qui a Manhattan (e le perquisizioni delle borse all’ingresso del multisala) e ipotizzo: 1) l’accesso alle armi qui uccide. Ci si può comprare un arsenale, contrariamente a ciò che è legittimo fare in Europa. La paranoia culturale americana della “self-defense” è notoriamente alimentata dalle lobby degli armaioli e il danno fatto pare legalmente irreversibile. 2) i media tendono a fare da grande cassa di risonanza “alla rappresentazione del peggio”. La sensazionalizzazione delle gesta estreme appartiene al mondo delle Tv americane per eccellenza, quindi, sin dai tempi di O.J. Simpson (e di sua moglie morta ammazzata), il mostro assurge a soggetto televisivo da audience illimitata. Il mostro stesso, a seguito delle sue azioni, sa che gudagnerà fama da star delle news 24 ore al giorno e infatti si traveste e prepara la messa in scena spettacolare, e alla fine, spesso, si arrende senza resistenze per poi vivere un processo spettacolare, sull’onda delle sue gesta. 3) il differente isolamento sociale statunitense rispetto all’estremo opposto italiano mostra tessuti sociali lacerati, incapaci di unire la cittadinanza; mancano spesso radici, è polverizzato il concetto di famiglia; per principio, appena maggiorenni si lascia la casa dei genitori così che un giovane può scomparire negli spazi interiori immensi e vuoti di questo paese, senza che alcuna parentela lo cerchi o ritrovi, senza che villaggio alcuno lo accetti, adotti e riconosca cittadino attivo. Ci si trova semplicemente a sopravvivere in luoghi vasti e isolati, senza appartenere più ad alcuna terra, tra lavori precari e conseguenti relazioni casuali o superficiali. Si finisce per non avere deterrenti, ci si trova soli in una “non vita”, con pochissimi soldi in tasca a tu per tu col “nulla da perdere” imbottiti di indifferenza, armi in pugno a televisione accesa e ciò che ne esce sono videogiochi, film e news ove il mostro la fa da padrone... fino a che mostri si diventa per conquistare il proprio momento di esistenza, di fama certificata dalla conquista della prima pagina.
Emilio Paschetto