DAGLI USA: EMILIO PASCHETTO

DAGLI USA: EMILIO PASCHETTO
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New York. Dopo un paio di settimane spese a commentare il JFK (inteso come aeroporto Newyorkese, non come defunto presidente John Fitzgerald Kennedy), ora, rimango in tema “aviazione”, scrivendo di coloro che più di ogni altra categoria si relazionano con noi in volo: le hostess americane. Per estremi, le linee aeree asiatiche capeggiate dalla medio orientale Qatar Airlines occupano la top five delle migliori air lines al mondo e vi assicuro che le hostess Singapore Airlines o Thai Airways meritano un volo da quelle parti, per educazione, bellezza e servizio. Purtroppo all’estremo opposto giacciono in una valle di lacrime le linee aree americane, tra American Airlines, Delta, United e Continental.

La crisi fortissima subita dalle linee aeree qui, ha tagliato ormai da tempo gli investimenti pro personale di volo: molto spesso si viaggia su vecchi aerei con hostess che probabilmente hanno lavorato su quegli stessi aeromobili per decadi e decadi. Arzille sessantenni dai fianchi larghi, imbrigliate in pratiche uniformi (lontane anni luce dall’eleganza europea o dalla bellezza asiatica) si rivolgono al viaggiatore medio americano con una informalità shoccante per chi vola per la prima volta qui. Quel dovuto distacco che in Europa si chiama “professionale educazione” ed in Asia è “devozione al cliente” qui si tramuta in un “amichevole” rottura delle distanze con hostess e passeggeri che insieme sembrano avviati in un viaggio della speranza, verso un mondo in cui “cliente” e “prestatore di servizi” si aiutano vicendevolmente pregando che gli aerei continuino a volare. Non entrando nel merito delle low cost airlines, mi soffermo sulle linee aeree principali americane per garantire che le belle ragazze vestite da hostess dei video pre-decollo ed i sexy capitani alla George Clooney son lontani assai dalla realtà così come lo è la qualità dei cibi serviti a bordo, spesso a pagamento. Solo Delta Airlines, per i suoi video, ha scovato una bella americana dai capelli rossi che è una vera hostess, dopo mesi di ricerche. Quando poi le nostre caritatevoli donnone passano per la raccolta immondizia col sacco nero in mano, mi viene in mente l’operazione “pulizia spiagge” fatta dai volontari in Italia... quasi che l’efficienza a bordo fosse in mano al buon senso dei viaggiatori. Non c’è nulla di romantico nel mestiere della hostess qui, al contrario, tra stress da security e logorio da long flights (visto che i voli interni posson durare anche 6 ore) “l’assistente di volo” in America è da comprendere.  Emilio Paschetto

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