DA PARIGI: COSTANTINO MORETTI

DA PARIGI: COSTANTINO MORETTI
Pubblicato:
Aggiornato:

Parigi. Le «non-commemorazioni» per il cinquantenario della fine della guerra d’Algeria. Il 18 marzo 1962, cinquant’anni fa, il governo francese e il Fronte di Liberazione Nazionale algerino stipulavano gli accordi di Évian, mettendo fine ad un conflitto durato 8 anni. Nonostante i 28.500 soldati francesi morti durante gli scontri (e i 250.000/400.000 algerini), in Francia la data in questione non è associata ad alcuna celebrazione o commemorazione a livello nazionale.

In effetti, questa data non evoca solo ricordi sgraditi legati ad un’epoca coloniale su cui è delicato pronunciarsi (soprattutto in periodo elettorale) ed episodi spiacevoli di violenza (messi in atto da entrambe le parti) nell’ambito un conflitto che entrerà nei programmi scolastici francesi solo 20 anni dopo. Si tratta in primo luogo di una data scomoda. L’armistizio, in realtà, segnava in Algeria l’inizio di un periodo di anarchia e di violenze che causarono un numero ingente di vittime. Una carneficina che coinvolse in particolare i soldati musulmani filofrancesi (Harki), abbandonati a se stessi da un giorno all’altro, e i civili “europei” d’Algeria, lasciati in balia di un massacro evitabile, che avvenne sotto gli occhi dell’esercito francese, inerte per ordini ricevuti. Si tratta allo stesso tempo di ricordi di un conflitto che spesso si traduceva in una politica repressiva contro gli algerini residenti in Francia. Questa politica raggiunse il suo apice in un episodio relativamente poco conosciuto in cui, nel corso di una manifestazione organizzata da cittadini algerini (per protestare contro il coprifuoco “etnico” a loro imposto nella capitale), la polizia francese lasciò sul terreno circa 200 morti. Era il 17 ottobre del 1961, a Parigi…

Costantino Moretti

Seguici sui nostri canali