Cottolengo, dipendenti aumentati del 50% in 9 anni

Cottolengo, dipendenti aumentati del 50% in 9 anni
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BIELLA - Tra cinque anni, nel 2020, la Piccola Casa della Divina Provvidenza Cottolengo di Biella festeggerà il centenario. Era infatti il 1920 quando, in città, veniva aperta in via Orfanotrofio una delle tante sedi sparse in tutto il mondo dell’istituzione civile ed ecclesiale fondata da San Giuseppe Benedetto Cottolengo, la cui mission è quella di prendersi cura delle persone povere, malate, abbandonate, particolarmente bisognose.

BIELLA - Tra cinque anni, nel 2020, la Piccola Casa della Divina Provvidenza Cottolengo di Biella festeggerà il centenario. Era infatti il 1920 quando, in città, veniva aperta in via Orfanotrofio una delle tante sedi sparse in tutto il mondo dell’istituzione civile ed ecclesiale fondata da San Giuseppe Benedetto Cottolengo, la cui mission è quella di prendersi cura delle persone povere, malate, abbandonate, particolarmente bisognose.

Solo nel 1928 iniziò la costruzione della grande struttura di via Carlo Mino (a due passi dall’Obi): fu proprio lui, padre Mino, a volerla, e a coinvolgere gli industriali e le persone benestanti dell’epoca per poter realizzare l’opera sul terreno che apparteneva alla famiglia Rivetti.

Attualmente il Cottolengo, i cui lavori di costruzione sono stati ultimati nel 1970, dispone di 146 posti, tutti occupati: 82 come Rsa (Residenza sanitaria assistenziale, per le persone non autosufficienti), 30 come Raf-B (Residenza assistenziale flessibile, per i disabili) e 34 come Ra (Residenza assistenziale, per chi presenta una disabilità lieve). A dirigere la struttura, da nove anni, è il torinese don Elio Mo.

E’ sotto la sua guida che nel 2010 si è avviato l’iter che ha portato all’inizio di quest’anno ad ottenere dall’Asl l’autorizzazione non più e non solo temporanea, ma definitiva, al termine delle riorganizzazioni interne e degli adeguamenti strutturali resisi necessari per ottemperare alla normativa vigente.

«In questi miei nove anni di direzione - afferma don Elio Mo - i dipendenti sono aumentati del 50%. Al momento sono un centinaio i lavoratori assunti che prestano servizio in casa di riposo; solo per coprire il turno della notte ci appoggiamo a una cooperativa esterna». Alla base di questa “lievitazione” del numero degli occupati, la necessità di sostituire il personale religioso - invecchiato nel frattempo e non più in grado di assolvere ai propri compiti di assistenza - con quello laico (infermieri - Oss - operatori socio-sanitari e personale polivalente).

Lara Bertolazzi

Leggi di più sull’Eco di Biella di lunedì 12 ottobre 2015 

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