Crisi, speranze e cinesi

Crisi, speranze e cinesi
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(20 dic) Un giro al mercato ambulante della seconda città della Provincia di Biella, che si tiene al mercoledì ed al sabato mattina; mercato frequentato non solo dai cossatesi, ma anche dai residenti di paesi del Biellese Orientale. E’ quello che abbiamo compiuto nei giorni scorsi, fra gli ambulanti ed i clienti, per sentire com’è la situazione in questo grave periodo di crisi.

La struttura. Al mercoledì, nel mercato coperto, abitualmente, ci sono 6 agricoltori, produttori diretti, ed altri 26 banchi di generi alimentari. Sono ben 18 i posti vacanti. Nella piazza, invece, gli espositori non alimentari sono 96. In media, negli ultimi anni, ce n’erano una dozzina in più. Al sabato, infine, tutte le bancarelle, di generi alimentari e non, sono nel mercato coperto. Un giro al mercato ambulante della seconda città della Provincia di Biella, che si tiene al mercoledì ed al sabato mattina; mercato frequentato non solo dai cossatesi, ma anche dai residenti di paesi del Biellese Orientale. E’ quello che abbiamo compiuto nei giorni scorsi, fra gli ambulanti ed i clienti, per sentire com’è la situazione in questo grave periodo di crisi.

La struttura. Al mercoledì, nel mercato coperto, abitualmente, ci sono 6 agricoltori, produttori diretti, ed altri 26 banchi di generi alimentari. Sono ben 18 i posti vacanti. Nella piazza, invece, gli espositori non alimentari sono 96. In media, negli ultimi anni, ce n’erano una dozzina in più. Al sabato, infine, tutte le bancarelle, di generi alimentari e non, sono nel mercato coperto.

La parola agli ambulanti. «La speranza è l’ultima a morire. È un periodo difficile a causa della grande distribuzione, dei mercati serali e della crisi economica. La liberalizzazione delle domeniche - afferma Gualtiero Compagnin, che vende abbigliamento – non va assolutamente bene. Da parte nostra facciamo tutto il possibile per tirare avanti». «Dipende dai giorni, a volte si lavora di più - spiega Marco Paradiso, formaggi e salumi - ed altri di meno. Non è più come una volta: il lavoro è calato un po’ qui a Cossato, mentre a Biella tiene». Roberto Illari, sementi e fiori, dice: «Ci sono troppi banchi di cinesi, marocchini e senegalesi, alcuni dei quali, forse, mettono sui banchi anche dei vestiti usati. Non c’è nessun controllo: ci vorrebbe un mercato apposta o, perlomeno, un cartello che distingua i prodotti». Giancarlo Locarni, casalinghi ed articoli regalo, commenta: «L’attuale giunta regionale è arrivata troppo tardi. Se fosse arrivata prima, ci sarebbero meno centri commerciali, che non portano dei benefici al tessuto sociale. Là non c’è rapporto personale: sei solo in mezzo a mille persone. La piccola e media impresa ed i negozi di vicinato, vengono danneggiati dai finti tecnici. Il mercato, tuttavia, era, è e sarà sempre un punto di riferimento per risparmio e qualità, per la sua concretezza, professionalità, che non sempre trovi nei centri della grande distribuzione». «Le cose vanno abbastanza bene perché i nostri prezzi sono bassi e la qualità alta. La situazione - fa rilevare Giorgio Rosa, frutta e verdura - è difficile per tutti. Il Biellese, più delle altre province vicine, è in grande difficoltà per il crollo del tessile».

Clienti. «Qui al mercato si trova un vasto assortimento con prodotti di qualità e non a dei prezzi abbastanza abbordabili» dicono Pietro Zatta e la moglie Miranda Mino, mentre si aggirano tra i banchi per fare acquisti. «Qui ci sono troppi banchi di cinesi - osservano Pier Vittorio Cugerone e la consorte Costanza Leone – e veniamo per comprare dei vestiti “made in Italy” e qualche prodotto alimentare». Infine, Daniele Drigo spiega: «Vengo qui da trent’anni ed acquisto soprattutto la frutta e le verdura, ma ci sono anche degli articoli di altri settori abbastanza interessanti». Nella foto Sartini, acquisti al mercato di Cossato

20 dicembre 2011

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