Correva l'anno

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Correva L'anno
Ricordi dalle cronache biellesi
   
   

 
 

Ci deve essere un santo che salva quelli che finiscono con l'auto o colcamion giù dai ponti.
Probabilmente è lo stesso che protegge gli ubriachi. Affezionatissimo, questo santo sconosciuto, ai ponti di Biella.
In particolare a quello del Bardone e a quello di Chiavazza, ma talvolta anche a quello della Maddalena.
Tutti ponti in curva, dove ogni tanto qualcuno piomba giù e quasi tutti se la cavano. Infreddoliti, ammaccati, ma miracolati e vivi.
Il miracolato del 23 ottobre 1973 era un autista austriaco che se la cavò senza un graffio e senza nemmeno bagnarsi.
Il suo Tir saliva forse troppo veloce da Chiavazza verso la città e sfondò la spalletta del ponte sul lato a monte precipitando nel Cervo.
Era sera e quando arrivarono i primi soccorsi, si cominciò a ispezionare con le pile il greto del torrente alla ricerca di eventuali feriti.
Niente.  Solo balle di lana.
Le torce elettriche puntarono anche nella direzione opposta, caso mai la poca corrente avesse trascinato il corpo dell'autista verso valle.
Niente nemmeno lì.
Quando la tensione era al massimo e il traffico cominciava a bloccarsi, ecco arrivare, pallido e incerto sui suoi passi, un rubicondo giovanotto che cercava di spiegare in tedesco che non c'era nessuno da salvare, solo il tir e il suo carico.

L'autista era lui, sano e salvo.Quando, perso il controllo del mezzo e abbattuta la sponda del ponte, l'automezzo era rimasto per qualche secondo in bilico fra strada e vuoto prima di decidersi a cascare giù, lui, l'autista, aveva avuto il tempo e la prontezza di spirito di aprire la portiera e saltare in strada.
In attesa dei soccorsi, aveva fatto un centinaio di metri a piedi ed era andato al bar più vicino per telefonare in ditta e bere un cicchetto che gli consentisse di riprendersi dallo spavento.

Mario Pozzo

 

 

 

 

 

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