Coronavirus, il sindaco Ceffa: “Bioglio non è paese di untori”
Il primo cittadino racconta di lavoratori discriminati e invita a trovare senso di comunità come si esige dal mondo per l’Italia.
Ha scelto di comunicare i casi di quarantena preventiva presenti nel suo Comune, contro le dicerie in circolazione, ora il sindaco di Bioglio Stefano Ceffa raccoglie altri casi, quelli della discriminazione verso i suoi concittadini.
Il video-post di Ceffa
Lo fa in un video-post su Facebook, nel quale spiega:
Accade che un ristoratore mi telefona e mi dice che alcune prenotazioni sono saltate perché “a Bioglio c’e il coronavirus”. Un altro ristoratore mi presenta la stessa situazione. Un’estetista mi dice che hanno perso alcuni clienti per alcune sedute prenotate e che non sono state fatte. Un cittadino mi ha telefonato dicendomi che il datore di lavoro l’ha mandato a casa perché era di Bioglio.
A Bioglio non c’è il coronavirus, a Bioglio ci sono delle persone che stanno facendo ciò che lo Stato gli chiede, affinché tutti gli altri possano vivere serenamente. Noi abbiamo avuto un senso di repulsione quando è stata fatta passare l’Italia come il lazzaretto del mondo, ci siamo ribellati e sentiti offesi all’idea che qualcuno potesse considerarci degli untori. Ecco ho la sensazione che qualcuno abbia guardato al mio paese come a un paese di untori. Così non è, è un paese di gente responsabile.
Piantiamola di chiedere solidarietà a francesi e tedeschi. Quando qualcosa passa sotto alla nostra finestra proviamo ad essere solidali tra di noi.