Clerico scarcerato:

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(14 dic) E’ stato scarcerato venerdì pomeriggio Massimiliano Clerico, 35 anni, ex consigliere comunale a Occhieppo Inferiore, arrestato il 22 novembre scorso quale principale sospettato dell’inchiesta sulle calunnie ai politici del Pdl. Raggiunto al telefono, fornisce la sua versione dei fatti sul caso per il quale è rimasto in carcere 18 giorni e mezzo prima di essere liberato dallo stesso giudice che aveva firmato l’ordine di arresto. Ribadisce di essere estraneo alle accuse e che, alla fine, sarà riabilitato in toto. Non entra però nel cuore dell’inchiesta e delle dichiarazioni che, la scorsa settimana, ha rilasciato al giudice. Così come non parla dei presunti intrecci tra affari, nomine e politica.
Signor Clerico, sono fondate le accuse che le vengono rivolte?
«Sono totalmente estraneo a quanto mi viene contestato. Aspetto che la giustizia faccia il suo corso in quanto sono sicuro che tutto verrà chiarito. Alla fine sarò riabilitato al cento per cento. Desidero esprimere la massima solidarietà nei confronti delle persone coinvolte, a Rossi, Sangalli, Fava e a mia madre». (14 dic) E’ stato scarcerato venerdì pomeriggio Massimiliano Clerico, 35 anni, ex consigliere comunale a Occhieppo Inferiore, arrestato il 22 novembre scorso quale principale sospettato dell’inchiesta sulle calunnie ai politici del Pdl. Raggiunto al telefono, fornisce la sua versione dei fatti sul caso per il quale è rimasto in carcere 18 giorni e mezzo prima di essere liberato dallo stesso giudice che aveva firmato l’ordine di arresto. Ribadisce di essere estraneo alle accuse e che, alla fine, sarà riabilitato in toto. Non entra però nel cuore dell’inchiesta e delle dichiarazioni che, la scorsa settimana, ha rilasciato al giudice. Così come non parla dei presunti intrecci tra affari, nomine e politica.
Signor Clerico, sono fondate le accuse che le vengono rivolte?
«Sono totalmente estraneo a quanto mi viene contestato. Aspetto che la giustizia faccia il suo corso in quanto sono sicuro che tutto verrà chiarito. Alla fine sarò riabilitato al cento per cento. Desidero esprimere la massima solidarietà nei confronti delle persone coinvolte, a Rossi, Sangalli, Fava e a mia madre».
La litigata con Fava nella sede della Provincia c’è veramente stata?
«Sì, c’è stata. E non era la prima: in 14 anni di politica ci siamo confrontati varie volte, è normale e naturale che possa accadere. Ma tutto si è sempre chiarito e anche quel giorno tutto si era risolto né più né meno come tutte le altre volte. Tanto è vero che, anche dopo, il nostro rapporto di amicizia e affetto è continuato. Discussioni ci sono state e ci saranno anche nei prossimi 14 anni. Fava mi conosce molto bene e sa come sono fatto e come prendermi...».
Quel giorno avete discusso per la questione delle nomine?
«Su questo non ho nulla da dire. Ne riparleremo al processo».
L’amicizia con l’assessore Fava proseguirà come prima?
«Spero di sì. I rapporti tra me e Fava erano ottimi fino al giorno dell’arresto. Non vedo pertanto perché non debbano continuare allo stesso modo».
Cos’ha dichiarato al giudice per chiarire la sua posizione?
«Non ho intenzione di dirlo, non è il momento. Ho collaborato in modo totale con gli inquirenti. Ho rilasciato le mie dichiarazioni al giudice in modo che la mia posizione venisse chiarita. Ho detto tutto quanto sapevo di questa storia e ho fornito un riscontro per ogni dichiarazione. Dopo di che, se qualcuno ha fatto qualcos’altro, toccherà alla giustizia occuparsene. Ripeto: con ciò che mi viene contestato non c’entro..»
Se sostiene di non avere nulla a che fare con questa storia, allora sarà molto arrabbiato con chi l’ha ingiustamente coinvolta?
«Non sono né arrabbiato e nemmeno abbacchiato, sono in una fase di standby. Al momento giusto, ribadisco, il Tribunale e la legge decideranno chi è colpevole e chi no».
Del suo “accusatore”, Cesare Rolando, cosa ne pensa?
«Non voglio dire niente. Sarà la legge a parlare per me, al processo vedremo come andranno le cose».
Per sua madre (Mariangela De Lorenzi, 55 anni, presidente dimissionario di Ener.Bit, ndr) come l’ha presa?
«Mi spiace proprio che abbiano tirato in ballo anche lei. Con questa storia proprio non c’entra nulla...».
Ora come si sente?
«Sono ancora un po’ scombussolato. Il prossimo anno - sdrammatizza -, quando deciderò di andare al fresco, vedrò di prenotare una settimana bianca...».
Com’è stato trattato in carcere?
«L’albergo a sbarre non è il massimo che uno può pretendere. Devo però ammettere che ho ricevuto un trattamento normale. Anzi, all’inizio, nei momenti più difficili della detenzione, gli stessi detenuti, gli agenti e i medici dell’infermeria, mi sono stati vicini e hanno cercato di tirarmi su di morale. Un grazie anche al mio legale (avvocato Andrea Conz, ndr) che è venuto più volte a trovarmi per farmi forza...».
Valter Caneparo
caneparo@primabiella.it

14 dicembre 2010

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