«Città Studi vendesi»

«Città Studi vendesi»
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La Regione vuole incassare dalla cessione di Città Studi 3 milioni 920mila euro.  Qualche milione anche dalla quota di primo azionista di Sace, la società  proprietaria dell’aeroporto di Biella-Vergnasco. Si tratta di due delle  partecipate  inserite nel “piano di valorizzazione” prospettato da FinPiemonte, la finanziaria a cui la Regione ha affidato le società di cui è azionista.

Motivo del piano di cessioni: il “profondo rosso” delle finanze regionali. Lo ha confermato l’assessore regionale Elena Maccanti al presidente Crb Luigi Squillario, primo azionista di Città Studi laddove la Regione è il secondo, e secondo azionista di Sace laddove la Regione è il primo. «Sì - conferma Squillario -, la Regione ci ha offerto le sue quote in Città Studi, ma francamente abbiamo detto loro che questa ritirata è incomprensibile: qui si fa Università e l’investimento biellese è totale, poi c’è la partita della formazione professionale  che è tutta regionale attraverso la delega alla Provincia. Da Torino arrivavano per la gestione circa 370mila euro per Città Studi e 100mila euro per l’aeroporto. Vedremo come andranno a finire le cose e che fare, ma è una situazione molto triste. Ma ce la faremo».
L’ipotesi. La Regione, se non riuscirà a cedere le sue quote, il che è possibile, non parteciperà più agli aumenti di capitale, annacquando le proprie quote. Se così faranno anche gli altri soci, il rischio è la liquidazione. Sulla vicenda hanno preso posizione anche il consigliere regionale Wilmer Ronzani (Pd) e la Cgil. «La logica ragionieristica  di bilancio - spiega Cgil Notizie di Biella - non ci sta proprio e va decisamente sostituita dal coraggio e dall’intelligenza lungimirante. Il territorio deve mettere le mani avanti da subito. Siamo di fronte all’ennesimo passaggio che mette in gioco la capacità del Biellese, delle sue forze economiche e sociali, politiche e istituzionali di fare sistema per  uscire dalle miserie delle “rotonde”, dei piani di sviluppo urbano abborracciati e dei litigi per la suddivisione degli assessorati, per evitare la deriva del territorio».
E’ sostanzialmente d’accordo Ronzani che auspica «che le scelte siano valutate attentamente sulla base delle esigenze di crescita e di sviluppo dei vari territori», sostenendo che «le ragioni che hanno visto l’impegno regionale in Città Studi non sono certo venute meno».
Roberto Azzoni

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