Ricattato per mesi Ider Cinti, re della movida di Viverone
(27 gen) Ha ricevuto per quasi sette mesi decine di lettere e telefonate minatorie, tutte dello stesso tenore: o pagava un milione di euro oppure per lui, per la sua attività e per la sua famiglia, sarebbero stati guai seri. «Sono stati mesi dinferno, ho dovuto cambiare la mia vita e le mie abitudini oltre a quelle dei miei familiari...». A raccontare il pesantissimo disagio che ha dovuto suo malgrado sopportare per colpa di un promotore finanziario con velleità da estorsore, è uno dei re della movida estiva biellese, Ider Cinti (nella foto), 63 anni, emiliano, originario di Porto Garibaldi, in provincia di Ferrara, da quarantanni comandante nautico e da più di venticinque anni titolare del Marinella, lo storico locale di Viverone, quasi una meta obbligata per chi destate vuole divertirsi sulle rive del lago.
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(27 gen) Ha ricevuto per quasi sette mesi decine di lettere e telefonate minatorie, tutte dello stesso tenore: o pagava un milione di euro oppure per lui, per la sua attività e per la sua famiglia, sarebbero stati guai seri. «Sono stati mesi dinferno, ho dovuto cambiare la mia vita e le mie abitudini oltre a quelle dei miei familiari...». A raccontare il pesantissimo disagio che ha dovuto suo malgrado sopportare per colpa di un promotore finanziario con velleità da estorsore, è uno dei re della movida estiva biellese, Ider Cinti (nella foto), 63 anni, emiliano, originario di Porto Garibaldi, in provincia di Ferrara, da quarantanni comandante nautico e da più di venticinque anni titolare del Marinella, lo storico locale di Viverone, quasi una meta obbligata per chi destate vuole divertirsi sulle rive del lago.
La storia che ha avuto come vittima limprenditore lacuale, è emersa in tutta la sua gravità ieri mattina a palazzo di giustizia. Era in programma il processo, con rito abbreviato, nei confronti del presunto estorsore, Mario Anemone, 55 anni, di Vercelli (difeso dallavvocato Ernesto Schinello), incensurato e insospettabile, di professione promotore finanziario, che per mesi avrebbe ricattato Cinti e la sua famiglia (rappresentati, in qualità di parti civili, dallavvocato Simona Baù). Non è chiaro il motivo di tanto astio da parte dellimputato nei confronti dellimprenditore di Viverone. I due si sarebbero conosciuti in passato nel contesto di una compravendita di una barca. Il processo non si è potuto svolgere in quanto, vista anche la delicatezza del caso e la giornata alquanto piena, il giudice ha preferito disporre un rinvio al prossimo 22 febbraio.
Che il ricattatore in caso di mancato pagamento avrebbe sul serio messo in pratica quanto aveva minacciato, non lo si è potuto appurare. Ma che per mesi la famiglia Cinti si è trovata costretta a vivere nel terrore più assoluto, appare dato consolidato.
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27 gennaio 2011