Cinque progetti per far rinascere Biella

Cinque progetti per far rinascere Biella
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BIELLA - Acqua e sviluppo legato al suo utilizzo, tessile e abbigliamento, economia circolare per il recupero dei fabbircati dismessi, tecnologia e ricerca. Sono questi gli argomenti toccati dai cinque  studi proposti giovedì sera al Museo del territorio per far rivivere la città, su iniziativa dell’associazione 015. Al termine della serata, l'imprenditore Paolo Camerano ha consegnato agli assessori Teresa Barresi e Valeria Varnero, presenti all'incontro, un documento sottoscritto da 50 commercianti del centro in appoggio alle iniziative di 015 Biella.

Nel corso di un’intervista concessa dall’imprenditore, ed ex presidente dell’Uib Ermanno Rondi a Radio 24, il giornalista Filippo Astone usò espressioni affatto carine per qualificare la nostra città. Estrapolate dal contesto nel quale vennero pronunciate, possiamo  considerarle, per usare un eufemismo, poco eleganti. Non le citerò, perché non le considero un fatto negativo ma piuttosto lo stimolo per dare maggiore impulso alle iniziative per il rilancio del biellese. Ho voluto ricordare l’episodio per collegarlo all’incontro pubblico organizzato giovedì al Museo del Territorio dall’associazione 015Biella per presentare i progetti realizzati dai partecipanti del corso “Brand dei sistemi territoriali”, svoltosi contemporaneamente agli appuntamenti di Biella Incentro lo scorso autunno. E per ascoltare da Cesare Nonnis Marzano, manager di   Ros - Retail Outlet Shopping – lo stato dell’arte sulla collaborazione con Biella della società austriaca che ha promosso analoghe iniziative a Bad Munsterfield, in Germania, e in altre nazioni europee: «In tutto il mondo – e in questo caso Astone ha perfettamente ragione - la politica industriale viene sempre condotta agendo sulla ricerca e sviluppo e facendo leva sulle peculiarità dei singoli territori e distretti produttivi». La politica industriale, insomma, è sempre territoriale. Contrariamente a quanto succede in Italia, Biella è un caso forse unico perché tenta di superare, con particolari iniziative, il gap che frena lo sviluppo di molti distretti produttivi. Le associazioni di categoria, ed in particolare Confindustria, si sono infatti organizzate per delineare un piano industriale del territorio, per trasformarlo in qualcosa di concreto ed efficace.

In quest’ottica si inserisce il progetto di 015Biella. Le relazioni presentate, oltre a rispondere alle aspettative dei promotori, sono state valutate molto positivamente dal Politecnico di Milano che, attraverso Poli.design, ha coordinato il corso.

I partecipanti sono stati una trentina. Provenienti dall’estero (Brasile e Turchia) ed in rappresentanza di alcune regioni italiane: oltre al Piemonte, Campania, Abruzzo, Sicilia e Lombardia, e degli enti e associazioni che localmente hanno dato il loro contributo: Regione Piemonte, Uib, Atl, Cna Biella, Confesercenti, Confartigianato, Ascom e Fondazione Crb. Cinque i progetti presentati, separati ma connessi, come ha sottolineato la coordinatrice del corso (con Luisa Bocchietto) Marina Parente; in collaborazione con Beatrice Villari (Project Work) e   la Tutor Carla Sedini, del Politecnico di Milano.

I cinque progetti sono: Progetto d’acqua (Team: Paola Bacchi, Chiara Iemmolo, Giancarlo Lacchia, Nicoletta Larotonda. Relatrice Paola Bacchi); Dress and the city (Team: Maria Cristina De Luca, Paolo De Silvestri, Davide Ferla, Elena Manfredi, Noemi Romano. Relatore: Davide Ferla); B-connected (Team: Silvia Barbero, Secil Icke, Emanuela Mantovani, Domenica Raimondo. Relatrice: Emanuela Mantovani); TexInBiella (Team: Erica Anchisi, Barbara Caneparo, Francesco Mazzarella, Vivianne Medeiros. Relatrice: Barbara Caneparo); Cycle - Connecting Young Communities in a Local Experience (Team: Dario Cavaglià, Mario Errica, Michela Galletti, Rosalba Porpora. Relatore: Dario Cavaglià).

Marziano Magliola

Leggi di più sull'Eco di Biella di sabato 12 marzo 2016

BIELLA - Acqua e sviluppo legato al suo utilizzo, tessile e abbigliamento, economia circolare per il recupero dei fabbircati dismessi, tecnologia e ricerca. Sono questi gli argomenti toccati dai cinque  studi proposti giovedì sera al Museo del territorio per far rivivere la città, su iniziativa dell’associazione 015. Al termine della serata, l'imprenditore Paolo Camerano ha consegnato agli assessori Teresa Barresi e Valeria Varnero, presenti all'incontro, un documento sottoscritto da 50 commercianti del centro in appoggio alle iniziative di 015 Biella.

Nel corso di un’intervista concessa dall’imprenditore, ed ex presidente dell’Uib Ermanno Rondi a Radio 24, il giornalista Filippo Astone usò espressioni affatto carine per qualificare la nostra città. Estrapolate dal contesto nel quale vennero pronunciate, possiamo  considerarle, per usare un eufemismo, poco eleganti. Non le citerò, perché non le considero un fatto negativo ma piuttosto lo stimolo per dare maggiore impulso alle iniziative per il rilancio del biellese. Ho voluto ricordare l’episodio per collegarlo all’incontro pubblico organizzato giovedì al Museo del Territorio dall’associazione 015Biella per presentare i progetti realizzati dai partecipanti del corso “Brand dei sistemi territoriali”, svoltosi contemporaneamente agli appuntamenti di Biella Incentro lo scorso autunno. E per ascoltare da Cesare Nonnis Marzano, manager di   Ros - Retail Outlet Shopping – lo stato dell’arte sulla collaborazione con Biella della società austriaca che ha promosso analoghe iniziative a Bad Munsterfield, in Germania, e in altre nazioni europee: «In tutto il mondo – e in questo caso Astone ha perfettamente ragione - la politica industriale viene sempre condotta agendo sulla ricerca e sviluppo e facendo leva sulle peculiarità dei singoli territori e distretti produttivi». La politica industriale, insomma, è sempre territoriale. Contrariamente a quanto succede in Italia, Biella è un caso forse unico perché tenta di superare, con particolari iniziative, il gap che frena lo sviluppo di molti distretti produttivi. Le associazioni di categoria, ed in particolare Confindustria, si sono infatti organizzate per delineare un piano industriale del territorio, per trasformarlo in qualcosa di concreto ed efficace.

In quest’ottica si inserisce il progetto di 015Biella. Le relazioni presentate, oltre a rispondere alle aspettative dei promotori, sono state valutate molto positivamente dal Politecnico di Milano che, attraverso Poli.design, ha coordinato il corso.

I partecipanti sono stati una trentina. Provenienti dall’estero (Brasile e Turchia) ed in rappresentanza di alcune regioni italiane: oltre al Piemonte, Campania, Abruzzo, Sicilia e Lombardia, e degli enti e associazioni che localmente hanno dato il loro contributo: Regione Piemonte, Uib, Atl, Cna Biella, Confesercenti, Confartigianato, Ascom e Fondazione Crb. Cinque i progetti presentati, separati ma connessi, come ha sottolineato la coordinatrice del corso (con Luisa Bocchietto) Marina Parente; in collaborazione con Beatrice Villari (Project Work) e   la Tutor Carla Sedini, del Politecnico di Milano.

I cinque progetti sono: Progetto d’acqua (Team: Paola Bacchi, Chiara Iemmolo, Giancarlo Lacchia, Nicoletta Larotonda. Relatrice Paola Bacchi); Dress and the city (Team: Maria Cristina De Luca, Paolo De Silvestri, Davide Ferla, Elena Manfredi, Noemi Romano. Relatore: Davide Ferla); B-connected (Team: Silvia Barbero, Secil Icke, Emanuela Mantovani, Domenica Raimondo. Relatrice: Emanuela Mantovani); TexInBiella (Team: Erica Anchisi, Barbara Caneparo, Francesco Mazzarella, Vivianne Medeiros. Relatrice: Barbara Caneparo); Cycle - Connecting Young Communities in a Local Experience (Team: Dario Cavaglià, Mario Errica, Michela Galletti, Rosalba Porpora. Relatore: Dario Cavaglià).

Marziano Magliola

Leggi di più sull'Eco di Biella di sabato 12 marzo 2016

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