Chiamparino: «Il Biellese si apra per il suo futuro»

Chiamparino: «Il Biellese si apra per il suo futuro»
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NOVARA - La cena a Villa Carla sulla collina, accanto alla Vialarda, «è stata a livelli alti», la «vista su Biella è buona». E la critica? «Speriamo sia cauta». Sergio Chiamparino, il presidente della Regione più biellese che ci sia mai stato (tiene casa a Lessona, paese di origine della moglie) è ospite del Lions Biella del presidente Dario Confalone, radiologo dell’Asl,  in un lunedì sera di caldo estivo. Non promette nulla, parla a ruota libera e senza peli sulla lingua del presente difficile e del futuro incerto - tema della conviviale - davanti ad autorità (sindaco Cavicchioli, consigliere regionale Barazzotto ed altri) e indica la sua road map per il Biellese, la stessa nota da mesi, con alcuni dettagli non di poco conto del work in progress.

Le tasse più salate su bollo auto e Irpef? «Sono frutto dei buchi di bilancio che abbiamo trovato e per i quali abbiamo rischiato il commissariamento; non sono conseguenza dei tagli del governo».  

Le partecipate? «La giungla va disboscata. Il progetto di rilancio di Città Studi non passa attraverso la generalità dei corsi universitari, ma per un progetto presentato il 26 marzo che vede il rilancio della manifattura tessile, coniugato alla tecnologia, alla ricerca e alla formazione. L’aeroporto? Il 2014 per noi è stato l’ultimo bilancio al quale abbiamo contribuito, ora dovrà far da solo. Il 118 a Borgosesia invece che a Biella? Esamineremo la questione, ma non è dirimente rispetto all’impegno nello scalo». 

L’isolamento del Biellese? «Sulla Pedemontana, dopo lo stop dell’anno scorso, ora l’impegno è garantito per la tratta Ghemme-Masserano e il Def di Renzi non c’entra. Gli 80 milioni dello Stato sono a bilancio 2014 e il nostro sostegno è definito. Manca il Cipe, ma non è colpa nostra se hanno arrestato Incalza e via discorrendo e le sedute sono state rinviate. Partiremo da Ghemme perché è il tratto più complesso, c’è il viadotto sul Sesia, e poi c’è uno stabilimento come quello della Lavazza con in gioco 500 posti di lavoro piemontesi. Ma arriveremo anche a Masserano». 

Roberto Azzoni

Leggi tutto il servizio sull’Eco di Biella di giovedì 16 aprile 2015

NOVARA - La cena a Villa Carla sulla collina, accanto alla Vialarda, «è stata a livelli alti», la «vista su Biella è buona». E la critica? «Speriamo sia cauta». Sergio Chiamparino, il presidente della Regione più biellese che ci sia mai stato (tiene casa a Lessona, paese di origine della moglie) è ospite del Lions Biella del presidente Dario Confalone, radiologo dell’Asl,  in un lunedì sera di caldo estivo. Non promette nulla, parla a ruota libera e senza peli sulla lingua del presente difficile e del futuro incerto - tema della conviviale - davanti ad autorità (sindaco Cavicchioli, consigliere regionale Barazzotto ed altri) e indica la sua road map per il Biellese, la stessa nota da mesi, con alcuni dettagli non di poco conto del work in progress.

Le tasse più salate su bollo auto e Irpef? «Sono frutto dei buchi di bilancio che abbiamo trovato e per i quali abbiamo rischiato il commissariamento; non sono conseguenza dei tagli del governo».  

Le partecipate? «La giungla va disboscata. Il progetto di rilancio di Città Studi non passa attraverso la generalità dei corsi universitari, ma per un progetto presentato il 26 marzo che vede il rilancio della manifattura tessile, coniugato alla tecnologia, alla ricerca e alla formazione. L’aeroporto? Il 2014 per noi è stato l’ultimo bilancio al quale abbiamo contribuito, ora dovrà far da solo. Il 118 a Borgosesia invece che a Biella? Esamineremo la questione, ma non è dirimente rispetto all’impegno nello scalo». 

L’isolamento del Biellese? «Sulla Pedemontana, dopo lo stop dell’anno scorso, ora l’impegno è garantito per la tratta Ghemme-Masserano e il Def di Renzi non c’entra. Gli 80 milioni dello Stato sono a bilancio 2014 e il nostro sostegno è definito. Manca il Cipe, ma non è colpa nostra se hanno arrestato Incalza e via discorrendo e le sedute sono state rinviate. Partiremo da Ghemme perché è il tratto più complesso, c’è il viadotto sul Sesia, e poi c’è uno stabilimento come quello della Lavazza con in gioco 500 posti di lavoro piemontesi. Ma arriveremo anche a Masserano». 

Roberto Azzoni

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