Cgil, Cisl e Uil: 2 aprile di mobilitazione sulle pensioni

Cgil, Cisl e Uil: 2 aprile di mobilitazione sulle pensioni
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Anche a Biella sabato 2 aprile si terrà un presidio per sostenere la mobilitazione per la riforma della legge sulle pensioni. «Il governo non ha inteso finora aprire un confronto sul tema pensioni come richiesto da Cgil, Cisl e Uil al Presidente del Consiglio. Anzi, ad aggravare il quadro, è partito un attacco anche alle pensioni di reversibilità e prosegue una discussione

che, in assenza di una proposta governativa, continua ad avere al centro l’obiettivo di scaricare il costo di qualunque modifica sui lavoratori». Con questo spirito Cgil, Cisl e Uil scrivono al Governo preannunciando la giornata di mobilitazione del 2 aprile per cambiare la legge Fornero. La piattaforma unitaria chiede modifiche sostanziali al sistema previdenziale così come delineato dalla manovra Fornero e pone il problema sia delle pensioni future dei giovani e delle donne, «per i quali è necessario ricostruire un quadro di solidarietà, sia dei

lavoratori prossimi al pensionamento che hanno bisogno di vedersi riconosciute flessibilità

in uscita e pensione anticipata a 41 anni di contributi senza aggancio automatico all’attesa di vita».

Anche a Biella sabato 2 aprile si terrà un presidio per sostenere la mobilitazione per la riforma della legge sulle pensioni. «Il governo non ha inteso finora aprire un confronto sul tema pensioni come richiesto da Cgil, Cisl e Uil al Presidente del Consiglio. Anzi, ad aggravare il quadro, è partito un attacco anche alle pensioni di reversibilità e prosegue una discussione che, in assenza di una proposta governativa, continua ad avere al centro l’obiettivo di scaricare il costo di qualunque modifica sui lavoratori». Con questo spirito Cgil, Cisl e Uil scrivono al Governo preannunciando la giornata di mobilitazione del 2 aprile per cambiare la legge Fornero. La piattaforma unitaria chiede modifiche sostanziali al sistema previdenziale così come delineato dalla manovra Fornero e pone il problema sia delle pensioni future dei giovani e delle donne, «per i quali è necessario ricostruire un quadro di solidarietà, sia dei lavoratori prossimi al pensionamento che hanno bisogno di vedersi riconosciute flessibilità in uscita e pensione anticipata a 41 anni di contributi senza aggancio automatico all’attesa di vita».

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