Catture da sogno nelle 5 dighe biellesi

Lucci, carpe, trote, “bass” o “reali”, grossi cavedani e persino misteriose lacustri o tinche d’altri tempi, oltre ai “soliti” pesci gatto: gli invasi artificiali del Biellese sono ricchi di pesce e rappresentano uno dei possibili e infiniti itinerari di pesca che la nostra provincia, costellata di corsi d’acqua, di laghi e laghetti, offre a forestieri e locali. Le dighe, utilizzate per l’irrigazione, sono cinque. Tutte formano invasi di tutto rispetto immersi nel verde: Ingagna, Masserano, Camandona, Ravasanella e Mischie, impropriamente chiamata anche “del Piancone”. Le catture, qualcuna da record, non mancano, basta utilizzare la tecnica giusta e possedere un minimo di “fattore C” che non guasta mai. La diga di Mongrando, sul torrente Ingagna, offre ai pescatori la possibilità di catturare una notevole varietà di pesci, dalle trote alle carpe di notevole taglia, qualche scardola e pesci gatto in quantità. Da qualche anno, per gli amanti dello spinning (lancio e recupero di esche artificiali che vengono “animate” in acqua) sono comparsi anche i blackbass. Non mancano neppure barbi spagnoli di taglia XL immessi qualche anno fa. Verso cascina Bonino, di norma in primavera, non è neppure impossibile imbattersi in qualche tinca da sogno. L’invaso della diga di Masserano è l’altro più conosciuto. Ospita una gran varietà di pesci tra cui “rex” luccio. Una volta all’anno vengono immesse anche trote e, verso fine giugno, può capitare che vengano “seminate” carpette fino a un chilo e mezzo di peso. Persici trota e persici reali la fanno da padroni e non è raro, per i “lanciatori” (quasi tutti amanti del “catch & release” che prevede il rilascio della preda), effettuare catture da record. La diga del Ravasanella si trova tra Sostegno, Curino e Villa del Bosco. Le pareti molto ripide non rendono semplice raggiungere le sue sponde. Le “postazioni”, però, non mancano. Ogni tanto qualche immissione di trote viene effettuata. Ospita suo maestà il luccio, qualche pesce gatto, pesce bianco e - da quando è stato effettuato un collegamento con la diga di Masserano - si presume che abbia accolto anche bass e reali. Da apprezzare la diga di Camandona dove, proprio ieri, la Fipsas (Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività Subacquea) ha effettuato la semina di cento chili di trote. Nell’invaso circondato dal verde, hanno trovato il loro habitat ideale carpe, cavedani di taglia e persino trote lacustri e tinche. L’ultima dei cinque invasi biellesi è la diga delle Mischie, situata tra il comune di Trivero e le frazioni montane di Camandona e Vallanzengo. Nell’invaso si tuffano il Sessera e la Dolca. Ospita solo trote, anche di notevole taglia, oltre a qualche pesce bianco. Le acque sono salmonicole e si può quindi pescare con una sola canna (nelle altre con due). L’ambiente è stupendo.
Valter Caneparo
Lucci, carpe, trote, “bass” o “reali”, grossi cavedani e persino misteriose lacustri o tinche d’altri tempi, oltre ai “soliti” pesci gatto: gli invasi artificiali del Biellese sono ricchi di pesce e rappresentano uno dei possibili e infiniti itinerari di pesca che la nostra provincia, costellata di corsi d’acqua, di laghi e laghetti, offre a forestieri e locali. Le dighe, utilizzate per l’irrigazione, sono cinque. Tutte formano invasi di tutto rispetto immersi nel verde: Ingagna, Masserano, Camandona, Ravasanella e Mischie, impropriamente chiamata anche “del Piancone”. Le catture, qualcuna da record, non mancano, basta utilizzare la tecnica giusta e possedere un minimo di “fattore C” che non guasta mai. La diga di Mongrando, sul torrente Ingagna, offre ai pescatori la possibilità di catturare una notevole varietà di pesci, dalle trote alle carpe di notevole taglia, qualche scardola e pesci gatto in quantità. Da qualche anno, per gli amanti dello spinning (lancio e recupero di esche artificiali che vengono “animate” in acqua) sono comparsi anche i blackbass. Non mancano neppure barbi spagnoli di taglia XL immessi qualche anno fa. Verso cascina Bonino, di norma in primavera, non è neppure impossibile imbattersi in qualche tinca da sogno. L’invaso della diga di Masserano è l’altro più conosciuto. Ospita una gran varietà di pesci tra cui “rex” luccio. Una volta all’anno vengono immesse anche trote e, verso fine giugno, può capitare che vengano “seminate” carpette fino a un chilo e mezzo di peso. Persici trota e persici reali la fanno da padroni e non è raro, per i “lanciatori” (quasi tutti amanti del “catch & release” che prevede il rilascio della preda), effettuare catture da record. La diga del Ravasanella si trova tra Sostegno, Curino e Villa del Bosco. Le pareti molto ripide non rendono semplice raggiungere le sue sponde. Le “postazioni”, però, non mancano. Ogni tanto qualche immissione di trote viene effettuata. Ospita suo maestà il luccio, qualche pesce gatto, pesce bianco e - da quando è stato effettuato un collegamento con la diga di Masserano - si presume che abbia accolto anche bass e reali. Da apprezzare la diga di Camandona dove, proprio ieri, la Fipsas (Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività Subacquea) ha effettuato la semina di cento chili di trote. Nell’invaso circondato dal verde, hanno trovato il loro habitat ideale carpe, cavedani di taglia e persino trote lacustri e tinche. L’ultima dei cinque invasi biellesi è la diga delle Mischie, situata tra il comune di Trivero e le frazioni montane di Camandona e Vallanzengo. Nell’invaso si tuffano il Sessera e la Dolca. Ospita solo trote, anche di notevole taglia, oltre a qualche pesce bianco. Le acque sono salmonicole e si può quindi pescare con una sola canna (nelle altre con due). L’ambiente è stupendo.
Valter Caneparo