Carlìn è ancora disperso sul Monte Barone

Carlìn è ancora disperso sul Monte Barone
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Non c’è voglia di arrendersi alle pendici del Monte Barone. Da quando lunedì sera è scattato l’allarme per la scomparsa di Giancarlo Angelino Giorset, pensionato 59enne cui tutti a Coggiola volevano bene per la sua gentilezza e semplicità, solo le tenebre hanno saputo fermare la grande macchina messa in moto per ritrovarlo. Poche ore di sosta, poi di nuovo a cercare. Ed oggi, a tre giorni dall’ultimo contatto, ancora si spera.

Tutto quel che si sa è che il cellulare di Carlìn, come tutti lo chiamavano in paese, ha agganciato per l’ultima volta la cella di Monte Marca alle 13 di lunedì, quando dalla vetta di Monte Barone ha telefonato alla zia che da sempre gli è accanto, per avvisarla che sarebbe sceso dalla via normale e rientrato in poche ore. In sostanza, Angelino avrebbe dovuto percorrere in discesa il sentiero che dalla cima raggiunge dapprima il rifugio Ponasca e quindi la frazione Piane di Coggiola, poi da qui sarebbe dovuto scendere in paese. Da quel momento, però, di lui non si sono più avute notizie. «Siamo stati allertati alle 22 da un parente - spiega Marco Giva, capostazione del Soccorso alpino Valsessera -. Il tempo era  nuvoloso e per di più era buio, quindi abbiamo fatto ben poco in serata: abbiamo fatto un giro veloce sul tracciato più probabile, sapendo anche che lui conosce bene quei posti e possiede anche delle cascine in zona. Ma nulla». Martedì, poi, ai soccorsi si sono uniti i vigili del fuoco di Biella e Ponzone, inviate a perlustrare le baite Ranzola, Cascinetta e Ponasca, ancora una volta senza esito. Inoltre sono stati battuti tutti i sentieri di tutti i versanti, sia verso il Sessera che verso Postua,  anche grazie all’aiuto delle unità cinofile della Cri Sul posto erano presenti una ventina di soccorritori alpini, dieci vigili del fuoco e personale Aib, Protezione civile e Cri, che hanno lavorato sino alle 19.30 senza alcun successo. Ieri mattina, il nuovo ritrovo alla base di frazione Piane, per una nuova intensa giornata di ricerche: «Speravamo di essere giunti a una traccia - racconta Giva - perché due cani, da due giri diversi, avevano puntato una stessa zona, in una boschina che si infila nel canale del Cavallero. Ma le verifiche in calata, ieri mattina, hanno dato anche qui esito negativo».  E così due elicotteri si sono alzati in volo per  portare i finanzieri del Soccorso alpino di Riva Valdobbia nei pressi della cima e per una ricognizione, e altre squadre sulle creste e i canali verso Postua, per consentire di esaminarli in discesa. Purtroppo, però, di Carlìn non si è trovata traccia. 

E così, oggi si ricomincia. «Fino ad ora bbiamo battuto tutte le vie “logiche” - conclude Giva -. Ora iniziamo a setacciare palmo a palmo tutti i canali. Sperando che sia la volta buona».
Veronica Balocco

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