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Camino, gli esperti: «La valanga era imprevedibile»

Altro 26 Maggio 2011 ore 20:41

(26 mag) Non era prevedibile la valanga staccatasi dal Monte Camino che domenica 6 marzo sopra a Oropa ha travolto un gruppo di 18 sciatori biellesi uccidendone due, Emanuele Mosca, 65 anni di Graglia, e Carlo Graziano, 26 anni di Crescentino in provincia di Vercelli. A sostenerlo sono i consulenti nominati dalla Procura della Repubblica di Biella nella relazione depositata nell'ambito del procedimento avviato nei riguardi delle guide biellesi, Stefano Perrone, Andrea Mettadelli e Teodoro Bizzocchi, iscritte nel registro degli indagati per omicidio colposo.
Non era prevedibile la valanga staccatasi dal Monte Camino che domenica 6 marzo sopra a Oropa ha travolto un gruppo di 18 sciatori biellesi uccidendone due, Emanuele Mosca, 65 anni di Graglia, e Carlo Graziano, 26 anni di Crescentino in provincia di Vercelli. A sostenerlo sono i consulenti nominati dalla Procura della Repubblica di Biella nella relazione depositata nell'ambito del procedimento avviato nei riguardi delle guide biellesi, Stefano Perrone, Andrea Mettadelli e Teodoro Bizzocchi, iscritte nel registro degli indagati per omicidio colposo.

La relazione. Secondo gli esperti, dalla temperatura e dalle condizioni della neve, non era possibile immaginare un distacco di elevate proporzioni, concretizzatosi in tre valanghe in rapida successione con un fronte nevoso ampio 300 metri. Dopo la tragedia il sostituto procuratore Francesco Alvino aveva avviato le indagini e i tecnici erano saliti in alta quota insieme alla Polizia scientifica. Il freddo aveva mantenuto intatte le condizioni del manto nevoso e le serpentine lasciate dagli sci e dalle tavole della comitiva. Ma gli esperti, proprio per le condizioni climatiche e della neve di quel giorno, escludono che le guide potessero immaginare un distacco di quelle proporzioni.

L’esame autoptico. Intanto l’autopsia eseguita dal professor Marco Ballardini di Pavia, ha stabilito che Emanuele Mosca e Carlo Graziano sono deceduti per compressione e soffocamento in breve tempo. Lo scorso 6 marzo rimasero ferite anche altre cinque persone.

Il luogo della tragedia. La valanga si era staccata lungo la parete nord del Camino, a una sessantina di metri dalla cresta a quota 2390 metri. Quel giorno, soprattutto per l’assenza di segnale per i cellulari, fu grande la preoccupazione tra i parenti degli sciatori presenti nella conca di Oropa.
26 maggio 2011

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