Bufera sui rimborsi autocertificati

Bufera sui rimborsi autocertificati
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I primi dettagli emergono all’indomani della “visita”  della Guardia di finanza che, su mandato della Procura di Torino, si è fatta consegnare le carte relative ai conti dei partiti rappresentati a Palazzo Lascaris, sede del consiglio regionale del Piemonte,  dal 2008 al 2011. L’obiettivo delle Fiamme Gialle è verificare come è stata utilizzata la massa di denaro che dal Consiglio fluisce ai gruppi consiliari in base alla loro consistenza numerica: si va dal milione e 200 mila euro destinati al Pdl ai 260 mila euro dei cosiddetti “monogruppi”, formati da un consigliere che è anche capo di se stesso. Ma poi ci sono anche le autocertificazioni, i cui dati 2011 sono stati pubblicati  dal Consiglio (http://www.cr.piemonte.it/ trasparenza/rimborsi.htm) e che incuriosiscono non solo gli investigatori. L’esame delle carte, custodite in trenta scatoloni, è cominciata nei giorni scorsi. 

C’è chi è andato alla Sagra della rana di Vercelli, chi ha partecipato ad un evento culturale a Biella o ad una partita di basket ad Alba, e chi, in un sussulto di antifascismo, ha assistito a diversi spettacoli itineranti sulla Resistenza di “Voci dei Luoghi”. E poi si è fatto rimborsare il viaggio, più il gettone di presenza (fisso) di 122 euro. Perché anche questa, per i consiglieri regionali del Piemonte, è attività istituzionale che può essere addebitata all’Assemblea regionale con una semplice autocertificazione.  

Meccanismo, questo, assolutamente legale: lo prevede una legge regionale del 2001. Che non vuole più nessuno. Nemmeno Maurizio Lupi, dei  “Verdi Verdi/L’ambientalista per Cota”, che dell’autocertificazione é stato uno dei più assidui fruitori. Nell’agosto del 2011, quando il consiglio regionale era chiuso per ferie, ha collezionato 17 gettoni di presenza a eventi legati alla sua attività politica: ha dichiarato di aver percorso 2.848 km e ha ottenuto 3.500 euro, che salgono a 31 mila (secondo posto assoluto fra i recordman, il primo è il pdl Roberto Boniperti con quasi 40 mila) prendendo in considerazione l’intero anno, ed ha aggiunto che lui «in ferie» non ci va, «lavoro sempre».  

Anche il consigliere pdl  biellese Lorenzo Leardi quell’agosto lavorò parecchio: 11 presenze e 620 chilometri percorsi per un totale di 1.650 euro rimborsati. Nel 2011 Leardi ha collezionato in tutto 53 presenze e 3.373 chilometri per un totale di rimborsi autocertificati di 8.148 euro, fra i più bassi fra gli esponenti dell’ufficio di presidenza di cui fa parte.  «Non ne potrebbe fare a meno?», si è interrogato il capogruppo del Cinquestelle piemontese Davide Bono, indicando lo stipendio medio di un consigliere con responsabilità in circa 9mila euro netti, indennità varie comprese.  «L’agosto dell’anno scorso ragioni personali mi obbligarono a saltare le vacanze - replica Leardi - e fui incaricato di presidiare l’ufficio di presidenza, per questo raggiunsi le 11 presenze. Diversamente sarei l’ultimo nella lista delle autocertificazioni, anche perché più di tante l’ufficio di presidenza non ne può assegnare essendo io uno stakanovista dell’aula e delle commissioni con oltre 300 presenze all’anno. In molte occasioni in cui  vado a rappresentare il consiglio non chiedo e non ricevo nulla, non ne ho certo bisogno. Il consigliere Bono dovrebbe informarsi meglio prima di parlare a vanvera».  

Dalle tabelle sul sito  emerge un consiglio regionale a due marce. Tredici consiglieri, una netta minoranza, con larga prevalenza dell’opposizione, non si sono addirittura mai serviti dell’autocertificazione. Tra questi c’è il pd biellese Wilmer Ronzani: «Non sono necessarie le autocertificazioni - dice -, io da quando sono in Regione non ne ho mai fruito perché le ritengo eticamente  inopportune. Siamo  già ben pagati. E credo che se qualcuno va a una celebrazione di partigiani è perché ci crede: non è giusto che chieda anche dei soldi». Roberto Azzoni

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