Borse di studio, le erogano gli studenti

Borse di studio, le erogano gli studenti
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BIELLA - Borse di studio come non si sono mai viste. Sia per i contenuti, che per l’identità dei promotori. L’idea nasce  tra i banchi del Liceo Scientifico “Avogadro” di Biella e, per ovvi motivi di privacy, non gode dell’ufficialità delle cerimonie con le quali la scuola e i benefattori sono soliti premiare gli studenti. 

Ma esiste, precisamente dallo scorso anno scolastico. Ha incassato la fiducia e l’apprezzamento della dirigenza scolastica, che si dice «davvero orgogliosa». È attiva nell’anno in corso e ben esprime lo spirito di intraprendenza che muove i ragazzi, fautori dell’iniziativa. E che consiste nell’aiutare i compagni in difficoltà, attraverso i fondi di cui dispongono i rappresentanti degli studenti.

«Continuiamo quanto iniziato dai rappresentanti precedenti», raccontano gli attuali, appartenenti alla lista “United Students of Avogadro”: Mattia Marovino, Chiara Rivetti, Beatrice Landini, Luca Bocchio Ramazio, Filippo Mingazzi e Nicolò Cravero. «Quest’anno, in particolare, è stato messo da parte un gruzzolo più consistente, che ci permette di dare una mano a chi, tra di noi, non può permettersi la gita scolastica o molti dei libri di testo».

Le borse di studio messe in campo dagli studenti dello Scientifico hanno, così, sostenuto 4 gite, per un costo medio di 300 euro l’una; così come una 10ina di persone per i libri scolastici, con un impegno economico pari a 2mila euro circa. I beneficiari delle borse di studio possono partecipare attraverso un bando; quindi, si procede per graduatoria, incrociando i criteri “reddito” e “merito”. 

«In realtà», tengono a precisare i rappresentanti, «si tratta di un risultato che si deve a tutti gli studenti della scuola, sempre pronti a sostenere questa come tante altre nostre iniziative».

Insomma, i ragazzi hanno consapevolezza che le risorse donate tornano all’istituto. La raccolta fondi tra i corridoi, attraverso la vendita di felpe e dell’annuario ad esempio, ha dato i suoi frutti. E nella pratica sarà spendibile dai rappresentanti, che già pensano ad opere di restyling: in primis, del bagno sotterraneo che sorge in corrispondenza del campo sportivo e del giardino della scuola. 

Attenzione non nuova da parte loro: «Di solito, partecipiamo per lavoretti di manutenzione, come la riparazione di un pc o di un vetro rotto», dicono. Fuori, invece sono soliti proporre iniziative di solidarietà: l’ultima, la colletta alimentare SharEat. Attivismo che pone la forza propositiva al centro: mai come in questo caso, la scuola è dei suoi studenti.  

Giovanna Boglietti

BIELLA - Borse di studio come non si sono mai viste. Sia per i contenuti, che per l’identità dei promotori. L’idea nasce  tra i banchi del Liceo Scientifico “Avogadro” di Biella e, per ovvi motivi di privacy, non gode dell’ufficialità delle cerimonie con le quali la scuola e i benefattori sono soliti premiare gli studenti. 

Ma esiste, precisamente dallo scorso anno scolastico. Ha incassato la fiducia e l’apprezzamento della dirigenza scolastica, che si dice «davvero orgogliosa». È attiva nell’anno in corso e ben esprime lo spirito di intraprendenza che muove i ragazzi, fautori dell’iniziativa. E che consiste nell’aiutare i compagni in difficoltà, attraverso i fondi di cui dispongono i rappresentanti degli studenti.

«Continuiamo quanto iniziato dai rappresentanti precedenti», raccontano gli attuali, appartenenti alla lista “United Students of Avogadro”: Mattia Marovino, Chiara Rivetti, Beatrice Landini, Luca Bocchio Ramazio, Filippo Mingazzi e Nicolò Cravero. «Quest’anno, in particolare, è stato messo da parte un gruzzolo più consistente, che ci permette di dare una mano a chi, tra di noi, non può permettersi la gita scolastica o molti dei libri di testo».

Le borse di studio messe in campo dagli studenti dello Scientifico hanno, così, sostenuto 4 gite, per un costo medio di 300 euro l’una; così come una 10ina di persone per i libri scolastici, con un impegno economico pari a 2mila euro circa. I beneficiari delle borse di studio possono partecipare attraverso un bando; quindi, si procede per graduatoria, incrociando i criteri “reddito” e “merito”. 

«In realtà», tengono a precisare i rappresentanti, «si tratta di un risultato che si deve a tutti gli studenti della scuola, sempre pronti a sostenere questa come tante altre nostre iniziative».

Insomma, i ragazzi hanno consapevolezza che le risorse donate tornano all’istituto. La raccolta fondi tra i corridoi, attraverso la vendita di felpe e dell’annuario ad esempio, ha dato i suoi frutti. E nella pratica sarà spendibile dai rappresentanti, che già pensano ad opere di restyling: in primis, del bagno sotterraneo che sorge in corrispondenza del campo sportivo e del giardino della scuola. 

Attenzione non nuova da parte loro: «Di solito, partecipiamo per lavoretti di manutenzione, come la riparazione di un pc o di un vetro rotto», dicono. Fuori, invece sono soliti proporre iniziative di solidarietà: l’ultima, la colletta alimentare SharEat. Attivismo che pone la forza propositiva al centro: mai come in questo caso, la scuola è dei suoi studenti.  

Giovanna Boglietti

 

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