Boom di accessi al "Pronto"
Se si prendono in esame i mesi di novembre e dicembre 2013 e gennaio 2014 e li si raffrontano con lo stesso periodo del 2014-2015, si scopre che gli utenti che si sono rivolti al Pronto soccorso dell’ospedale di Biella sono saliti del 5 per cento. Il tutto nonostante il trasloco dell’ospedale dal monoblocco alla nuova struttura di Ponderano.
Un fatto eccezionale che ha fatto crescere gli accessi dai 130 al giorno fino a una media di 140, con picchi fino a 160. Ma a colpire di più i medici è la gravità dei casi, come spiega bene il direttore dell’ospedale Angelo Penna: «Sono meno i codici bianchi ma sono cresciuti in modo importante i codici gialli e quelli rossi, ossia i più gravi». Le cause? «Malattie virali legate all’apparato respiratorio - sottolinea Penna - che sommate a casi cronici, soprattutto in anziani, hanno creato questo boom di accessi».
In attesa del picco influenzale. Al momento non si è ancora presentato il picco influenzare e questo preoccupa perché quando arriverà gli accessi potrebbero aumentare ancora. Mentre siamo ancora in una fase in cui la macchina dell’Asl si sta tarando all’interno del nuovo Degli Infermi.
Trasloco. Spicca anche il fatto che questo boom sia arrivato proprio nei mesi che hanno interessato l’ospedale nel trasloco. «Avevamo chiesto al 118 di Novara di inviare i pazienti più gravi negli altri presidi vicini, in modo da agevolare il lavoro in ottica di apertura. Eppure con questi dati è come se avessimo continuato a lavorare senza effettuare il trasloco». Testimonianza della grande molte di lavoro effettuata dalla squadra che opera in Pronto soccorso. Non è solo Biella ad aver fatto segnare un boom di accessi. Come spiega il presidente dell’Ordine dei medici di Biella, Enrico Modina: «In Italia gli accessi sono cresciuti mediamente del 30 per cento a fronte di una diminuzione dei posti letto pari al 10 per cento». Una situazione di emergenza come testimoniano le cronache nazionali. A Biella, almeno, nonostante il boom verificato in questi tre mesi, non si registrano casi gravi dovuti a malasanità. Solo i tempi di attesa si sono inevitabilmente dilatati vista la maggiore utenza.