Bolli:"Unione di forze, non solo di confini"
L’acceso dibattito sul riordino delle Province si alimenta di giorno in giorno con prese di posizione nuove: Novara annetterebbe la strategica Valsesia, Biella e Vercelli guarderebbero ad Ivrea per evitare l’ipotesi quadrante.
Queste le ultime novità. Ogni Ente in cerca di nuovi (vecchi) partner si muove senza sapere però l’informazione fondamentale: chi farà che cosa negli ambiti di viabilità, trasporti e ambiente? E che fine faranno le competenze di istruzione e lavoro, cosa sarà di tutti gli uffici oggi operativi a Biella? Il Governo Monti ha accelerato sui tempi, ma sulle regole è stato, finora, meno preciso. La questione dell’identità territoriale non sembra prioritaria in un momento in cui occorre razionalizzare i servizi al cittadino, per garantirli, e salvaguardare l’operatività delle imprese, molte delle quali in sofferenza. In questo scenario frastagliato, il presidente Uib Marilena Bolli fa il punto della situazione per il mondo produttivo locale che forse più della divisa politica biellese può avere un ruolo nella “trattativa”, dettato da un valore aggiunto produttivo ancora di tutto rilievo. Presidente Bolli, l’Uib sceglie Vercelli o Novara? «Comprendiamo le ragioni e le motivazioni sia di chi sostiene un'aggregazione più piccola con Vercelli sia di chi sostiene una prospettiva di quadrante. Ci sono molte incertezze che ci impediscono di valutare i diversi progetti. Impossibile farlo senza sapere come saranno distribuite le funzioni e le competenze». Il problema è che il tempo stringe è forse occorrerà anche scegliere “sulla fiducia”. A quel punto l’ Associazione cosa si auspica? «Innanzitutto che non sia un riassetto di facciata ma di sostanza, e cioè di reali risparmi di costi per la collettività. Per dirlo in modo chiaro che non si limiti ad una riduzione di assessori e consiglieri, ma che sia una reale revisione, di eliminazione di sprechi o duplicazioni e ottimizzazione delle risorse. Di ‘maquillage’ ne abbiamo visti tanti, sono costati di più nella loro elaborazione che nel loro effettivo risvolto economico. Bisogna unire le forze e non solo i confini. Quello che riteniamo insindacabile è che qualsiasi ipotesi di aggregazione deve garantire la conservazione e la valorizzazione delle eccellenze dei diversi territori e deve preservare e anzi migliorare i servizi per le imprese e i cittadini». Eppure sarà proprio la politica ad incidere fortemente sulla scelta. Su quali criteri dovrebbe basarsi? «Ci vorrebbe una capacità di visione più concentrata sulle complementarietà concrete e meno condizionata dalle storie passate e più recenti. E' naturale che sia più tranquillizzante pensare ad un’aggregazione più piccola con Vercelli, realtà che conosciamo bene, nella quale ipotizziamo di poter rappresentare un peso specifico più importante, con la quale abbiamo già intrapreso delle attività di condivisione come le Camere Commercio. Mentre la storia recente e il presente risentono di alcune decisioni regionali che il territorio ha sentito come un privilegio per la Provincia di Novara e quindi ci fanno valutare con più timore una soluzione di quadrante. Ma forse, in una prospettiva di medio lungo termine, una geografia più ampia ci aprirebbe a maggior opportunità, penso soprattutto al tema infrastrutture. Crediamo che il problema debba essere affrontato in modo tecnico, lasciando da parte i sentimenti». Le imprese come stanno vivendo questo periodo d’incertezza su vari fronti? «Mentre discutiamo, in attesa che Regione e Governo affrontino concretamente questa questione, quello che possiamo chiedere, soprattutto all’Ente Provincia, per conto delle nostre aziende, è che si sfrutti questo periodo di transizione per accelerare la definizione e la chiusura di pratiche ancora in sospeso ed aperte affinché il riordino dell’Ente non dilati i tempi, o peggio, le blocchi addirittura».