Bioglio “gemella” di Francavilla

BIOGLIO - Il sindaco Stefano Ceffa ricorda ancora quando il compianto francavillese Carmine Giordano raccontava il suo arrivo a Bioglio. Parlava con commozione dell’incontro con l’allora sindaco Piero Rey, e del regalo che questo gli aveva fatto. Una macchina da cucire. «E’ così che sono potuto diventare un sarto», ricordava Carmine ai concittadini biellesi. Ma quello era solo un episodio. Perché dagli anni Cinquanta in poi sono stati decine, centinaia, forse migliaia gli aneddoti che pian piano hanno disegnato il rapporto tra queste due realtà: Bioglio, luogo di accoglienza, e Francavilla in Sinni, paese di migranti tra Jonio e Tirreno, 4mila anime sotto la giurisdizione della provincia di Potenza. Ovvio, dunque, che prima o poi tanta vicinanza dovesse arrivare a qualcosa. A un gesto formale. E così la settimana scorsa il consiglio comunale ha detto sì all’ultimo passaggio burocratico in vista della stipula del vero e proprio gemellaggio, un patto di amicizia che non farà altro che ratificare quanto, in realtà, esiste già da decenni.
«Oggi non c’è famiglia biogliese che non abbia un componente, o che non abbia un vicino, francavillese - spiega Ceffa, lui stesso genero di un emigrato da Francavilla - Sono tantissime le persone che, da quel paesino della Lucania, nel tempo si sono trasferite da noi, finendo per creare una vera e propria micro-comunità». Proprio pensando a questo, e al rapporto di scambi che negli anni è venuto a crearsi, con visite reciproche e trasferimenti estivi quasi “di massa”, l’amministrazione francavillese già qualche anno fa aveva proposto il patto, poi arenatosi in concomitanza con il cambio di legislatura. «Ma ora il consiglio di Francavilla ci ha riproposto l’idea e noi abbiamo deciso di accettare volentieri - afferma il sindaco - senza tuttavia compromettere o sovrapporci in alcun modo al gemellaggio già in essere con Valcourt». Durante l’ultimo consiglio comunale la ratifica amministrativa. Poi, presto, le celebrazioni. «Anche se di fatto - conclude Ceffa - si tratta di festeggiamenti che viviamo già ogni anno». Si tratterà solo di ripeterli con un tassello in più. Da gemelli veri.
Veronica Balocco
BIOGLIO - Il sindaco Stefano Ceffa ricorda ancora quando il compianto francavillese Carmine Giordano raccontava il suo arrivo a Bioglio. Parlava con commozione dell’incontro con l’allora sindaco Piero Rey, e del regalo che questo gli aveva fatto. Una macchina da cucire. «E’ così che sono potuto diventare un sarto», ricordava Carmine ai concittadini biellesi. Ma quello era solo un episodio. Perché dagli anni Cinquanta in poi sono stati decine, centinaia, forse migliaia gli aneddoti che pian piano hanno disegnato il rapporto tra queste due realtà: Bioglio, luogo di accoglienza, e Francavilla in Sinni, paese di migranti tra Jonio e Tirreno, 4mila anime sotto la giurisdizione della provincia di Potenza. Ovvio, dunque, che prima o poi tanta vicinanza dovesse arrivare a qualcosa. A un gesto formale. E così la settimana scorsa il consiglio comunale ha detto sì all’ultimo passaggio burocratico in vista della stipula del vero e proprio gemellaggio, un patto di amicizia che non farà altro che ratificare quanto, in realtà, esiste già da decenni.
«Oggi non c’è famiglia biogliese che non abbia un componente, o che non abbia un vicino, francavillese - spiega Ceffa, lui stesso genero di un emigrato da Francavilla - Sono tantissime le persone che, da quel paesino della Lucania, nel tempo si sono trasferite da noi, finendo per creare una vera e propria micro-comunità». Proprio pensando a questo, e al rapporto di scambi che negli anni è venuto a crearsi, con visite reciproche e trasferimenti estivi quasi “di massa”, l’amministrazione francavillese già qualche anno fa aveva proposto il patto, poi arenatosi in concomitanza con il cambio di legislatura. «Ma ora il consiglio di Francavilla ci ha riproposto l’idea e noi abbiamo deciso di accettare volentieri - afferma il sindaco - senza tuttavia compromettere o sovrapporci in alcun modo al gemellaggio già in essere con Valcourt». Durante l’ultimo consiglio comunale la ratifica amministrativa. Poi, presto, le celebrazioni. «Anche se di fatto - conclude Ceffa - si tratta di festeggiamenti che viviamo già ogni anno». Si tratterà solo di ripeterli con un tassello in più. Da gemelli veri.
Veronica Balocco