Muore in ospedale, tre indagati

Muore in ospedale, tre indagati
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(28 apr) E’ stata disposta l’autopsia sulla salma di Massimo Bindi, 59 anni, commerciante, conosciuto e stimato per la sua attività di titolare del negozio “Sereno giocattoli” di piazza Primo Maggio, morto il 21 aprile mentre si trovava ricoverato in ospedale e stava chiaccherando con i familiari dopo essere stato sottoposto ad un intervento chirurgico per la riduzione di una frattura a tibia e perone di una gamba. Nel frattempo la Procura ha iscritto sul registro degli indagati due medici e un automobilista di Netro contro il quale, lunedì 18 aprile, il commerciante si era scontrato lungo la Mongrando-Settimo Vittone riportando la doppia frattura. L’ipotesi di reato per tutti e tre è di omicidio colposo.

E’ stata disposta l’autopsia sulla salma di Massimo Bindi, 59 anni, commerciante, conosciuto e stimato per la sua attività di titolare del negozio “Sereno giocattoli” di piazza Primo Maggio, morto il 21 aprile mentre si trovava ricoverato in ospedale e stava chiaccherando con i familiari dopo essere stato sottoposto ad un intervento chirurgico per la riduzione di una frattura a tibia e perone di una gamba.

Tre “avvisati”. Nel frattempo la Procura ha iscritto sul registro degli indagati due medici e un automobilista di Netro contro il quale, lunedì 18 aprile, il commerciante si era scontrato lungo la Mongrando-Settimo Vittone riportando la doppia frattura. L’ipotesi di reato per tutti e tre è di omicidio colposo.

Il nesso di casualità. Il magistrato ha già dato incarico al perito a cui spetterà il compito di stabilire sia le cause della morte che il fondamentale nesso di casualità tra il decesso e l’eventuale responsabilità sia dei medici sia dell’automobilista di Netro. Si tratta comunque di un atto dovuto, ben distante sia da un’imputazione che da una condanna.

La tragedia. Eppure, secondo i medici, l’intervento chirurgico era tecnicamente riuscito. Dopo un normale periodo di degenza nel reparto di traumatologia, Bindi avrebbe potuto far ritorno a casa prima di cominciare la rieducazione. Le condizioni del commerciante si erano invece aggravate all’improvviso ed era stato necessario sottoporlo a trasfusione. Il decesso è sopraggiunto mentre Bindi stava conversando con i congiunti. I medici del reparto hanno fatto il possibile per rianimare, ma non c’è stato più niente da fare. Proprio per fare chiarezza sul decesso, la Procura ha ordinato l’autopsia.

Il dolore. Rimasto vedovo nel ’98, il commerciante viveva con la nuova compagna. Lascia i due figli, Giovanni e Alessandra, che lo affiancavano nell’attività, e il fratello Marco, noto veterinario.
28 aprile 2011

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