Big Picture Learning, la scuola e? quasi realtà

Big Picture Learning, la scuola e? quasi realtà
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BIELLA - Fa passi avanti Big Picture Learning Italia, “il modello di educazione innovativo costruito per potenziare le capacita? individuali di ogni studente”, nato proprio a Biella nel settembre 2014 da un progetto di un gruppo di insegnanti e appassionati. Questi “pionieri”, a livello locale e anche a livello italiano, l’hanno sempre descritto come un sogno, un sogno che grazie agli studenti sta diventando realta?, e che ha trovato ospitalita? al SellaLab, negli spazi aperti all’interno dello storico Lanificio Sella, diventati ormai simbolo di innovazione.

Big Picture Learning, dallo scorso giugno, ha visto formarsi spontaneamente la prima classe sperimentale, quella che potrebbe essere germe della prima scuola Big Picture in Italia e di un modello didattico innovativo. Sono, infatti, sei gli studenti che si sono rivolti al gruppo di insegnanti, e non solo, che propongono una didattica alternativa, mai applicata in provincia come fuori. I ragazzi sono pronti a passare dal ciclo di lezioni cominciato in queste settimane a un vero e proprio tempo pieno, magari da settembre.

«Tutto nasce dalle esigenze di questi studenti», racconta l’advisor Fabio Pirola. «Ci sono ragazzi che vogliono condividere con noi questo sogno: e? cominciata una corsa contro il tempo che e? bello vivere. Dalla fine di giugno, hanno trovato qui il loro “ufficio”, dove lavorano professionisti che li trattano come professionisti».

Al momento, gli allievi seguono tre incontri alla settimana, in vista di una prossima accelerazione. Si tratta di giovani che hanno frequentato i primi anni delle superiori. «Cio? che Big Picture sta strutturando con loro, in ambiente stimolante e coinvolgente, e? un diverso modo di apprendere, di approcciarsi agli “ambiti didattici” (qui non esiste la compartimentazione per materie) e allo studio, alle proprie abilita? e agli interessi, che hanno un peso notevole nella preparazione, sia in gruppo che in ambito individuale», illustra Fabio Pirola.

Un esempio e? Alice, liceale di 17 anni che si e? avvicinata alla proposta su suggerimento della madre e dice: «Mi sento “scrollata”, oggi. Non stavo bene nella scuola “tradizionale”». Elisabetta, invece, aggiunge: «Ero in classe con Alice. In questo mese, mi sento anche io cambiata: un ambiente di questo tipo mi da? molti stimoli nuovi».

La possibile scuola Big Picture di Biella dovra?, come anticipato da Fabio Pirola, intraprendere una corsa a ostacoli. In pa- lio c’e? il suo riconoscimento all’interno del sistema scolastico vigente. Non si tratta, per ora, di una scuola statale, ne? paritaria, ma si avvale dell’istruzione parentale, espressione usata per indicare una sorta di homeschooling (istruzione a casa) che non segue la standardizzazione legislativa e ministeriale per quanto riguarda l’organizzazione, i programmi e i ritmi di apprendimento.

Il progetto ha messo radici grazie ad alcuni workshop, rivolti a ragazzi e ragazze, svoltisi proprio al SellaLab e che hanno riscosso notevole successo, anche grazie ad attivita? svolte con altri istituti scolastici italiani.

Adesso, su richiesta degli stessi studenti, la pietra della prima scuola Big Picture in Italia e? stata posata. «E, con essa, un nuovo modo di pensare l’educazione», sostengono i suoi fautori.
Giovanna Boglietti

BIELLA - Fa passi avanti Big Picture Learning Italia, “il modello di educazione innovativo costruito per potenziare le capacita? individuali di ogni studente”, nato proprio a Biella nel settembre 2014 da un progetto di un gruppo di insegnanti e appassionati. Questi “pionieri”, a livello locale e anche a livello italiano, l’hanno sempre descritto come un sogno, un sogno che grazie agli studenti sta diventando realta?, e che ha trovato ospitalita? al SellaLab, negli spazi aperti all’interno dello storico Lanificio Sella, diventati ormai simbolo di innovazione.

Big Picture Learning, dallo scorso giugno, ha visto formarsi spontaneamente la prima classe sperimentale, quella che potrebbe essere germe della prima scuola Big Picture in Italia e di un modello didattico innovativo. Sono, infatti, sei gli studenti che si sono rivolti al gruppo di insegnanti, e non solo, che propongono una didattica alternativa, mai applicata in provincia come fuori. I ragazzi sono pronti a passare dal ciclo di lezioni cominciato in queste settimane a un vero e proprio tempo pieno, magari da settembre.

«Tutto nasce dalle esigenze di questi studenti», racconta l’advisor Fabio Pirola. «Ci sono ragazzi che vogliono condividere con noi questo sogno: e? cominciata una corsa contro il tempo che e? bello vivere. Dalla fine di giugno, hanno trovato qui il loro “ufficio”, dove lavorano professionisti che li trattano come professionisti».

Al momento, gli allievi seguono tre incontri alla settimana, in vista di una prossima accelerazione. Si tratta di giovani che hanno frequentato i primi anni delle superiori. «Cio? che Big Picture sta strutturando con loro, in ambiente stimolante e coinvolgente, e? un diverso modo di apprendere, di approcciarsi agli “ambiti didattici” (qui non esiste la compartimentazione per materie) e allo studio, alle proprie abilita? e agli interessi, che hanno un peso notevole nella preparazione, sia in gruppo che in ambito individuale», illustra Fabio Pirola.

Un esempio e? Alice, liceale di 17 anni che si e? avvicinata alla proposta su suggerimento della madre e dice: «Mi sento “scrollata”, oggi. Non stavo bene nella scuola “tradizionale”». Elisabetta, invece, aggiunge: «Ero in classe con Alice. In questo mese, mi sento anche io cambiata: un ambiente di questo tipo mi da? molti stimoli nuovi».

La possibile scuola Big Picture di Biella dovra?, come anticipato da Fabio Pirola, intraprendere una corsa a ostacoli. In pa- lio c’e? il suo riconoscimento all’interno del sistema scolastico vigente. Non si tratta, per ora, di una scuola statale, ne? paritaria, ma si avvale dell’istruzione parentale, espressione usata per indicare una sorta di homeschooling (istruzione a casa) che non segue la standardizzazione legislativa e ministeriale per quanto riguarda l’organizzazione, i programmi e i ritmi di apprendimento.

Il progetto ha messo radici grazie ad alcuni workshop, rivolti a ragazzi e ragazze, svoltisi proprio al SellaLab e che hanno riscosso notevole successo, anche grazie ad attivita? svolte con altri istituti scolastici italiani.

Adesso, su richiesta degli stessi studenti, la pietra della prima scuola Big Picture in Italia e? stata posata. «E, con essa, un nuovo modo di pensare l’educazione», sostengono i suoi fautori.
Giovanna Boglietti

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