Biella si riscopre un po’ meno “Smart”

Biella si riscopre un po’ meno “Smart”
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BIELLA - Torino sale, Biella scende. E’ questo il responso del rapporto tra le città più “smart” analizzate dallo studio “I City Rate”, realizzato da Fpa analizzando i 106 capoluoghi di provincia italiani. Lo studio prende in considerazione sette temi tra cui quelli legati all’economia, alla qualitità ella vita, allo sviluppo, agli abitanti, alla mobilità e alla governabilità e legalità.
Sopra a tutti, come città più “smart” d’Italia, c’è Milano, tallonata da Bologna e da Venezia. Torino fa un bel balzo in avanti e sale dal decimo al quinto posto in Italia.
Le altre piemontesi.  Vercelli sale dalla 44ª posizione alla 40ª, Cuneo dalla 48ª alla 44ª, Alessandria dalla 56ª alla 52ª. Scendono invece Biella, dalla 46ª alla 53ª, Novara dalla 43ª alla 46ª, Asti dalla 53ª alla 62ª, Verbania dalla 62ª alla 69ª. «Quest’anno più che in passato I City Rate va a misurare, unitamente alla qualità del vivere urbano, la capacità delle città di farsi piattaforma abilitante, di guardare a traguardi lunghi facendo scelte e investimenti che puntano sui nuovi driver di sviluppo – commenta Gianni Dominici, direttore di FPA e curatore della ricerca –. Il paradigma della Smart City negli ultimi anni ha sempre di più spostato l’accento dall’innovazione tecnologica all’innovazione sociale, al co-design, alla gestione dei beni comuni. In questa direzione sono andate le strategie europee della nuova programmazione, e in questa direzione stanno andando le politiche locali». Il riflesso di questa evoluzione del concetto di smart city e della sua traduzione nelle politiche urbane ha portato all’introduzione nell’I City Rate di nuove variabili che vanno a misurare la capacità delle città di accogliere e saper gestire i flussi migratori; attrarre cervelli e talenti e generare imprese innovative; attrarre finanziamenti europei per la ricerca e l’innovazione; rendere disponibili i dati pubblici; agevolare le pratiche d’uso sociale degli spazi pubblici; attivare reti e relazioni per la sostenibilità e la gestione delle politiche smart; garantire gli adeguati livelli di sicurezza e legalità.
Enzo Panelli

BIELLA - Torino sale, Biella scende. E’ questo il responso del rapporto tra le città più “smart” analizzate dallo studio “I City Rate”, realizzato da Fpa analizzando i 106 capoluoghi di provincia italiani. Lo studio prende in considerazione sette temi tra cui quelli legati all’economia, alla qualitità ella vita, allo sviluppo, agli abitanti, alla mobilità e alla governabilità e legalità.
Sopra a tutti, come città più “smart” d’Italia, c’è Milano, tallonata da Bologna e da Venezia. Torino fa un bel balzo in avanti e sale dal decimo al quinto posto in Italia.
Le altre piemontesi.  Vercelli sale dalla 44ª posizione alla 40ª, Cuneo dalla 48ª alla 44ª, Alessandria dalla 56ª alla 52ª. Scendono invece Biella, dalla 46ª alla 53ª, Novara dalla 43ª alla 46ª, Asti dalla 53ª alla 62ª, Verbania dalla 62ª alla 69ª. «Quest’anno più che in passato I City Rate va a misurare, unitamente alla qualità del vivere urbano, la capacità delle città di farsi piattaforma abilitante, di guardare a traguardi lunghi facendo scelte e investimenti che puntano sui nuovi driver di sviluppo – commenta Gianni Dominici, direttore di FPA e curatore della ricerca –. Il paradigma della Smart City negli ultimi anni ha sempre di più spostato l’accento dall’innovazione tecnologica all’innovazione sociale, al co-design, alla gestione dei beni comuni. In questa direzione sono andate le strategie europee della nuova programmazione, e in questa direzione stanno andando le politiche locali». Il riflesso di questa evoluzione del concetto di smart city e della sua traduzione nelle politiche urbane ha portato all’introduzione nell’I City Rate di nuove variabili che vanno a misurare la capacità delle città di accogliere e saper gestire i flussi migratori; attrarre cervelli e talenti e generare imprese innovative; attrarre finanziamenti europei per la ricerca e l’innovazione; rendere disponibili i dati pubblici; agevolare le pratiche d’uso sociale degli spazi pubblici; attivare reti e relazioni per la sostenibilità e la gestione delle politiche smart; garantire gli adeguati livelli di sicurezza e legalità.
Enzo Panelli

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