Biella, la storia della prof che è a studiare negli Usa

Biella, la storia della prof che è a studiare negli Usa
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In questi giorni, sta facendo notizia il cosiddetto “Erasmus degli insegnanti”. Perché delle 33mila candidature, saranno 1.742 i docenti delle scuole italiane, dalle materne alle superiori, che nei prossimi mesi andranno all'estero per un corso di formazione o per un periodo di “co docenza” in scuole europee: l'8 per cento in più rispetto allo scorso anno.

L’esempio. Ebbene, non serve andare troppo lontano, per trovare esempi simili. Un caso è quello della professoressa biellese Chiara Jorioz, insegnante di lingua tedesca e di lingua francese alle superiori, che rallenta il passo ­ «Ho il boarding tra quindici minuti», dice disponibile al telefono ­ per raccontare dove sta andando. E la sua partenza non è di poco valore, nell’ambito del “Big Picture Learning”, perché proprio a Chiara Jorioz spetta il compito di rappresentare l’Italia alla conferenza formativa annuale Bpl, chiamata “Big Bang 2015”. 

Destinazione: New Orleans. D’altronde, l’approdo del “Big Picture Learning” in Italia si deve proprio, tra gli insegnanti cofondatori, a lei. Questa filosofia didattica, che a Biella conta una 10ina di rappresentanti attivi, pionieri nel nostro Paese, e 30 seguaci sta rafforzandosi e, in futuro potrebbe diventare ispirazione per una vera e propria scuola, costruita “in alternativa” al sistema tradizionale. Il viaggio negli Stati Uniti, in fondo, è un “ritorno a casa”, dato che il modello è quello open source offerto dai pedagogisti Dennis Littky e Elliot Washor, grazie ai quali la Bpl, un’istituzione no profit, oggi gestisce oltre sessanta scuole negli Usa. «Saranno alcuni giorni di workshop, verremo divisi in gruppi e ognuno avrà un proprio advisor, con cui confrontarsi. È il primo anno che la conferenza è aperta anche ai docenti stranieri, ci saranno circa 300 persone».

Un passo avanti. Non voti ma valutazioni dettagliate. Progetti orientati sui gusti del singolo allievo, uso continuato di video e immagini, disposizione in cerchio, classi di non più di 20 ragazzi. Soprattutto docenti, inclusi professionisti di vari settori, pronti a fornire un insegnamento non ingabbiato nei programmi ministeriali, ma plasmabile sulle abilità e scelte future degli studenti. Questo è il modello Bpl in pillole. Che, a settembre, i docenti biellesi porteranno in un’altra Regione italiana. Chiara Jorioz: «Siamo stati contatti dall’Istituto tecnico “Bachelet” e Ipsia “Galilei” di Gravina di Puglia per fare formazione a 40 docenti. Procediamo con soddisfazione a piccoli passi».

Giovanna Boglietti


In questi giorni, sta facendo notizia il cosiddetto “Erasmus degli insegnanti”. Perché delle 33mila candidature, saranno 1.742 i docenti delle scuole italiane, dalle materne alle superiori, che nei prossimi mesi andranno all'estero per un corso di formazione o per un periodo di “co docenza” in scuole europee: l'8 per cento in più rispetto allo scorso anno.

L’esempio. Ebbene, non serve andare troppo lontano, per trovare esempi simili. Un caso è quello della professoressa biellese Chiara Jorioz, insegnante di lingua tedesca e di lingua francese alle superiori, che rallenta il passo ­ «Ho il boarding tra quindici minuti», dice disponibile al telefono ­ per raccontare dove sta andando. E la sua partenza non è di poco valore, nell’ambito del “Big Picture Learning”, perché proprio a Chiara Jorioz spetta il compito di rappresentare l’Italia alla conferenza formativa annuale Bpl, chiamata “Big Bang 2015”. 

Destinazione: New Orleans. D’altronde, l’approdo del “Big Picture Learning” in Italia si deve proprio, tra gli insegnanti cofondatori, a lei. Questa filosofia didattica, che a Biella conta una 10ina di rappresentanti attivi, pionieri nel nostro Paese, e 30 seguaci sta rafforzandosi e, in futuro potrebbe diventare ispirazione per una vera e propria scuola, costruita “in alternativa” al sistema tradizionale. Il viaggio negli Stati Uniti, in fondo, è un “ritorno a casa”, dato che il modello è quello open source offerto dai pedagogisti Dennis Littky e Elliot Washor, grazie ai quali la Bpl, un’istituzione no profit, oggi gestisce oltre sessanta scuole negli Usa. «Saranno alcuni giorni di workshop, verremo divisi in gruppi e ognuno avrà un proprio advisor, con cui confrontarsi. È il primo anno che la conferenza è aperta anche ai docenti stranieri, ci saranno circa 300 persone».

Un passo avanti. Non voti ma valutazioni dettagliate. Progetti orientati sui gusti del singolo allievo, uso continuato di video e immagini, disposizione in cerchio, classi di non più di 20 ragazzi. Soprattutto docenti, inclusi professionisti di vari settori, pronti a fornire un insegnamento non ingabbiato nei programmi ministeriali, ma plasmabile sulle abilità e scelte future degli studenti. Questo è il modello Bpl in pillole. Che, a settembre, i docenti biellesi porteranno in un’altra Regione italiana. Chiara Jorioz: «Siamo stati contatti dall’Istituto tecnico “Bachelet” e Ipsia “Galilei” di Gravina di Puglia per fare formazione a 40 docenti. Procediamo con soddisfazione a piccoli passi».

Giovanna Boglietti


 

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