Belletti: «Si sta solo infangando il nome di Seab»

Belletti: «Si sta solo infangando il nome di Seab»
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BIELLA - Non ci sta il presidente di Seab a finire negli ingranaggi dei tritacarne mediatici. E con un lungo comunicato spiega la sua posizione e quella della società, annunciando anche le azioni legali che partiranno proprio in questi giorni. «E’ triste - dice il presidente - che il buon nome che Seab si è costruita negli ultimi anni venga messo in questi giorni in discussione, calpestato, sulla base del nulla, di una lettera anonima e di una dichiarazione poi smentita da chi l’ha pronunciata. Invece è proprio così e allora forse bisognerebbe chiedersi se non ci sia dietro una forte voglia di spoil system che sarebbe stato però più dignitoso esprimere direttamente, senza mettere in pericolo il futuro di una società pubblica che come tale va tutelata, con tutti le più di duecento famiglie che dipendono dalle sorti della Seab». Secondo Belletti, poi «nelle recenti dichiarazioni del segretario del Partito Democratico Paolo Furia si fa ancora una volta riferimento ai costi di Biella rispetto a quelli di Cossato. Un tema sviscerato così tante volte, con la giunta, perfino sui giornali, che di palesi imprecisioni non si dovrebbe più sentirne. I costi della raccolta rifiuti a Biella non sono i più alti del Piemonte, chi lo afferma può essere smentito in qualsiasi momento dalle cifre. C’è un solo servizio che a Biella costa, in proporzione, più che a Cossato, ed è lo spazzamento stradale. Più volte Seab ha evidenziato il problema offrendo soluzioni, il che significa il passaggio a un servizio interamente meccanizzato, rifiutate dall’assessorato all’ambiente, il motivo va chiesto a loro». Poi il capitolo bilancio. «Sui conti - sottolinea Belletti - è intervenuto di recente anche il tesoriere del Pd, Ugo Mosca, lodando l’operato della Seab del passato. A lui e alla gestione precedente della società va ricordata la prima assemblea dei soci del nuovo corso, in cui emerse un buco di bilancio di otto milioni di euro, obbligando gli azionisti a dover modificare lo strumento contabile e approvarne un altro, per cui Emanuele Ramella, allora solo sindaco di Occhieppo Superiore, chiese che il consiglio d’amministrazione fosse pesantemente sanzionato, il tutto consultabile a verbale e confermato ufficialmente dai documenti prodotti dal successivo collegio dei revisori dei conti. Il falso in bilancio in quegli anni era depenalizzato, ora non lo è più».
«Arriviamo alle questioni di questi giorni - conclude Belletti - per cui nei primi giorni di questa settimana presenteremo un esposto alla magistratura. In una commissione consiliare un pubblico ufficiale, il vicesindaco Diego Presa, ha rivolto accuse pesantissime nei confronti di questa società, parlando di “voto di scambio”, come certificano le registrazioni, senza però ritenere che fosse suo dovere informarne la magistratura, salvo poi smentire il tutto sui giornali. Questi, insieme a una lettera anonima, sono i fatti che hanno dato il via a una campagna di denigrazione senza precedenti dell’operato di Seab. Quali sono quindi gli elementi probanti? Una lettera anonima e un’accusa in commissione poi ritrattata. Lasciamo all’opinione pubblica il giudizio finale». 
E.P. 

BIELLA - Non ci sta il presidente di Seab a finire negli ingranaggi dei tritacarne mediatici. E con un lungo comunicato spiega la sua posizione e quella della società, annunciando anche le azioni legali che partiranno proprio in questi giorni. «E’ triste - dice il presidente - che il buon nome che Seab si è costruita negli ultimi anni venga messo in questi giorni in discussione, calpestato, sulla base del nulla, di una lettera anonima e di una dichiarazione poi smentita da chi l’ha pronunciata. Invece è proprio così e allora forse bisognerebbe chiedersi se non ci sia dietro una forte voglia di spoil system che sarebbe stato però più dignitoso esprimere direttamente, senza mettere in pericolo il futuro di una società pubblica che come tale va tutelata, con tutti le più di duecento famiglie che dipendono dalle sorti della Seab». Secondo Belletti, poi «nelle recenti dichiarazioni del segretario del Partito Democratico Paolo Furia si fa ancora una volta riferimento ai costi di Biella rispetto a quelli di Cossato. Un tema sviscerato così tante volte, con la giunta, perfino sui giornali, che di palesi imprecisioni non si dovrebbe più sentirne. I costi della raccolta rifiuti a Biella non sono i più alti del Piemonte, chi lo afferma può essere smentito in qualsiasi momento dalle cifre. C’è un solo servizio che a Biella costa, in proporzione, più che a Cossato, ed è lo spazzamento stradale. Più volte Seab ha evidenziato il problema offrendo soluzioni, il che significa il passaggio a un servizio interamente meccanizzato, rifiutate dall’assessorato all’ambiente, il motivo va chiesto a loro». Poi il capitolo bilancio. «Sui conti - sottolinea Belletti - è intervenuto di recente anche il tesoriere del Pd, Ugo Mosca, lodando l’operato della Seab del passato. A lui e alla gestione precedente della società va ricordata la prima assemblea dei soci del nuovo corso, in cui emerse un buco di bilancio di otto milioni di euro, obbligando gli azionisti a dover modificare lo strumento contabile e approvarne un altro, per cui Emanuele Ramella, allora solo sindaco di Occhieppo Superiore, chiese che il consiglio d’amministrazione fosse pesantemente sanzionato, il tutto consultabile a verbale e confermato ufficialmente dai documenti prodotti dal successivo collegio dei revisori dei conti. Il falso in bilancio in quegli anni era depenalizzato, ora non lo è più».
«Arriviamo alle questioni di questi giorni - conclude Belletti - per cui nei primi giorni di questa settimana presenteremo un esposto alla magistratura. In una commissione consiliare un pubblico ufficiale, il vicesindaco Diego Presa, ha rivolto accuse pesantissime nei confronti di questa società, parlando di “voto di scambio”, come certificano le registrazioni, senza però ritenere che fosse suo dovere informarne la magistratura, salvo poi smentire il tutto sui giornali. Questi, insieme a una lettera anonima, sono i fatti che hanno dato il via a una campagna di denigrazione senza precedenti dell’operato di Seab. Quali sono quindi gli elementi probanti? Una lettera anonima e un’accusa in commissione poi ritrattata. Lasciamo all’opinione pubblica il giudizio finale». 
E.P. 

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