Assegni di studio addio: arriva il voucher

Assegni di studio addio: arriva il voucher
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Dal prossimo anno, le famiglie piemontesi non riceveranno più assegni di studio a copertura delle spese scolastiche ma un contributo sotto forma di voucher, spendibile in una rete distributiva di beni e servizi, il più possibile capillare in modo da coinvolgere anche le zone più marginali del territorio.
È la proposta dell’assessore all’Istruzione, Gianna Pentenero. Idea che farà sì che il voucher, sul modello dei ticket restaurant, permetta alle famiglie di provvedere direttamente alle spese legate alle attività scolastiche e a quelle relative all’iscrizione e frequenza.
Ne potranno usufruire tutti gli studenti che frequentano i percorsi di istruzione e formazione professionale, fino al compimento dell’obbligo scolastico (scuole secondarie di primo grado e scuole secondarie di secondo grado, percorsi di istruzione e formazione professionale).

Vanno in questa direzione le proposte di modifica alla Legge 28/2007 e al Piano triennale di interventi in materia di istruzione, diritto allo studio e libera scelta educativa, che, a inizio settembre, saranno sottoposte al confronto con la Conferenza regionale per il diritto allo studio. Seguiranno i passaggi in Giunta e in Consiglio regionale, per consentire l’emissione del bando “a voucher” nel mese di novembre, in concomitanza con l’approvazione dell’assestamento al bilancio regionale, che fornirà le relative risorse, quantificate in circa 13 milioni di euro.

«È doveroso - afferma Pentenero - riconoscere come negli ultimi anni siano stati introdotti importanti correttivi che hanno consentito di calibrare meglio il buono scuola rispetto alle esigenze delle famiglie. Penso, ad esempio, alla modalità di presentazione delle domande attraverso la procedura online, al dimezzamento della soglia Isee che da 40 mila è stata portata a 26mila euro. Si rende, ora, necessario un cambiamento anche nella modalità di erogazione degli assegni di studio. Il sistema dei voucher spendibili subito permetterà alle famiglie di non dover anticipare alcuna spesa, in attesa di ricevere, mesi dopo, un rim- borso».

Dal prossimo anno, le famiglie piemontesi non riceveranno più assegni di studio a copertura delle spese scolastiche ma un contributo sotto forma di voucher, spendibile in una rete distributiva di beni e servizi, il più possibile capillare in modo da coinvolgere anche le zone più marginali del territorio.
È la proposta dell’assessore all’Istruzione, Gianna Pentenero. Idea che farà sì che il voucher, sul modello dei ticket restaurant, permetta alle famiglie di provvedere direttamente alle spese legate alle attività scolastiche e a quelle relative all’iscrizione e frequenza.
Ne potranno usufruire tutti gli studenti che frequentano i percorsi di istruzione e formazione professionale, fino al compimento dell’obbligo scolastico (scuole secondarie di primo grado e scuole secondarie di secondo grado, percorsi di istruzione e formazione professionale).

Vanno in questa direzione le proposte di modifica alla Legge 28/2007 e al Piano triennale di interventi in materia di istruzione, diritto allo studio e libera scelta educativa, che, a inizio settembre, saranno sottoposte al confronto con la Conferenza regionale per il diritto allo studio. Seguiranno i passaggi in Giunta e in Consiglio regionale, per consentire l’emissione del bando “a voucher” nel mese di novembre, in concomitanza con l’approvazione dell’assestamento al bilancio regionale, che fornirà le relative risorse, quantificate in circa 13 milioni di euro.

«È doveroso - afferma Pentenero - riconoscere come negli ultimi anni siano stati introdotti importanti correttivi che hanno consentito di calibrare meglio il buono scuola rispetto alle esigenze delle famiglie. Penso, ad esempio, alla modalità di presentazione delle domande attraverso la procedura online, al dimezzamento della soglia Isee che da 40 mila è stata portata a 26mila euro. Si rende, ora, necessario un cambiamento anche nella modalità di erogazione degli assegni di studio. Il sistema dei voucher spendibili subito permetterà alle famiglie di non dover anticipare alcuna spesa, in attesa di ricevere, mesi dopo, un rimborso».

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