Asl, sede da ristrutturare

Asl, sede da ristrutturare
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Fare i lavori necessari per  il mantenimento degli edifici pubblici senza spendere soldi, perché non ce ne sono, ma anche quando si potrebbe averli a disposizione  sono bloccati dal famigerato patto di stabilità. Un bel dilemma, che l’amministrazione ha risolto, cercando accordi con le ditte private. E’ il caso della sede dell’Asl e della palestra comunale.

In piazza Martiri c’è la sede del distretto sanitario di Vigliano che necessità di una ristrutturazione. Ecco la proposta che il Comune fa ai privati. A chi si accolla il costo della ristrutturazione dell’intero edificio resterà la proprietà del primo e secondo piano dove ci sono già quattro alloggi in più il sottotetto, in cui, dopo averlo opportunamente civilizzato, si potranno ricavare altri due alloggi; al Comune rimane la proprietà del  piano terra, dove verranno rimessi a nuovo tutti gli uffici e gli ambulatori dell’Asl. Per realizzare il tutto l’amministrazione inviterà i professionisti del settore a presentare un progetto (importo previsto 8.400 euro).

L’assessore. «Entro fine giugno  avremo in mano il progetto definitivo - spiega l’assessore ai lavori pubblici Martina Fossati - e si potrà andare al bando per l’assegnazione dei lavori, mi auguro ci siano imprese interessate, anche perché la convenienza  è per entrambi. Naturalmente il piano terra dove rimarranno i servizi sanitari resterà di proprietà comunale».

Il tetto della palestra comunale vicino al campo sportivo è ancora in eternit e contiene amianto. «Alcune ditte si sono dette disponibili a rifare la copertura ed occuparsi dello smaltimento dell’amianto - dice ancora l’assessore Fossati - in cambio gli affittiamo il  tetto per posare pannelli  fotovoltaici per la produzione di energia. Faremo una gara, tipo una manifestazione di pubblico interesse. Le condizioni prevedono che la ditta individuata rifarà il tetto gratis, pagherà un affitto di 1.500 euro e fornirà l’energia necessaria per il funzionamento della palestra, in cambio, per venti anni, potrà gestirsi la produzione di energia solare. Dopo venti anni potremmo decidere se rinnovare il contratto o smantellare l’impianto».

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