Apertura della pesca 3.000 lungo i torrenti

Apertura della pesca <br>  3.000 lungo i torrenti
Pubblicato:
Aggiornato:

Riapre la stagione della pesca alla trota nelle acque di pregio. Un esercito dalle fila sempre più ridotte di pescatori (in due anni sono quasi un migliaio in meno), è pronto a riversarsi lungo le sponde dei torrenti. Cambiano di nuovo le regole  che sono state decise e ratificate nel corso della riunione della Consulta della pesca in versione ridotta visto e considerato che delle 24 associazioni che hanno diritto a partecipare, ne erano presenti solo 13.

Niente immissioni. Mancano soldi per le semine, per il cosiddetto “pronto pesca”, per immettere fario e iridee. I 13 mila euro di budget della Provincia verranno utilizzati in favore dei numerosi incubatoi presenti. Le uniche semine verranno effettuate dalla Fipsas (Federazione italiana pesca sportiva e attività subacquea), per gli obblighi ittiologici e nel tratto del torrente Sessera in cui è prevista l’immissione di tre quintali di pesce in virtù di una convenzione con la proprietà della diga delle Mischie.

Tornano i 24 centimetri. La novità più clamorosa riguarda il ritorno alla misura minima del pescato per le trote fario di  24 centimetri. La Provincia spiega tale decisione principalmente per favorire la riproduzione naturale delle trote, garantendo in tal modo la possibilità di utilizzare le femmine adulte come fattrici anche per il popolamento dei numerosi incubatoi esistenti sul territorio. Numerose associazioni di pescatori hanno storto il naso. In primis perché trote di quella misura non solo facili da trovarsi. In secondo luogo perché in alcuni torrenti si andrà incontro a dei controsensi dai profili comici. Lungo il torrente Viona, ad esempio (quello che scende di fianco all’abitato di Mongrando), nei tratti in cui confina con la provincia di Torino, da una parte si potranno trattenere trote di 22 centimetri (Torinese), dall’altra di 24 (Biellese). Stessa storia anche lungo lo Stronetta di Postua (affluente del Sessera) che divide le province di Biella e di Vercelli.
Stop di martedì e venerdì. Restano invariate le giornate di divieto di pesca e cioé il martedì e il venerdì. Un altro punto che ha suscitato molte perplessità. Infatti, lungo i torrenti di cui sopra, larghi pochi metri e quindi facilmente attraversabili, sull’altra sponda si potrà pescare anche di martedì e di venerdì in quanto tale regola non è condivisa dalle province di Torino e di Vercelli.

Niente più segnacatture. Un’altra novità  - anche in questo caso legata alla mancanza di soldi - riguarda la licenza di pesca. Da quest’anno il pescatore dovrà esibire soltanto l’attestazione di versamento della tassa regionale, accompagnata da un documento di identità personale. Sono esonerati dal pagamento solo i cittadini italiani minori di 14 anni. Non è stato più predisposto  il tesserino segnacatture, ritenendo  più opportuno destinare le risorse necessarie per altre finalità sempre all’interno del comparto provinciale dedicato alla pesca. Rimane comunque l’obbligo di restituire, anche tramite i negozi specializzati e le associazioni di pescatori, il vecchio tesserino in quanto i dati riportati potranno fornire indicazioni relative alla programmazione delle immissioni degli avannotti nei corsi d’acqua.

“No kill” solo a mosca. Altra disposizione assunta dalla deliberazione provinciale è la conferma delle attuali zone di divieto alla pesca, facendo eccezione per il Rio Artignaga nei Comuni di Mosso e Valle Mosso,  ora libero. E’ stato altresì istituito un piccolo tratto di protezione della lunghezza di circa 200 metri sul Rio Caneglio del Comune di Crevacuore. Per quanto riguarda le zone “No Kill”, ove è obbligatorio il rilascio del pesce, con il rispetto delle regole previste per questo tipo di pesca, si potrà ora pescare solo “a mosca” non più a spinning.

Valter Caneparo

Seguici sui nostri canali