Al Piazzo il Biellese biologico e sostenibile

Al Piazzo il Biellese biologico e sostenibile
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BIELLA - Dal “vino vegan” al mais fragola, dai formaggi d’alpeggio ai prodotti ecologici per la gravidanza, dal cotone biologico ai formaggi dei nostri alpeggi. Passano attraverso la vista, il tatto e il gusto i simboli che meglio sintetizzano “Natural.BI life”, il nuovo evento incentrato sugli stili di vita naturali, organizzato dall’associazione “Noi del Piazzo”, nella giornata di domenica nella cornice di Piazza Cisterna.

Trenta gli espositori, provenienti dal Biellese per lo più ma anche dal Torinese e dalla Valle d’Aosta, che hanno partecipato al “salone ecologico”, teso - spiega la madrina dell’evento, Pamela Compagnin - tra benessere derivante la qualità dei prodotti dei quali cibarsi, da indossare o dove vivere e la salute interiore. Quattro, invece, le aree tematiche con le quali è stato costruito il percorso espositivo: alimentazione sana, abbigliamento etico, benessere e l’abitare sostenibile. Campi che vedono impegnati diversi biellesi. Direttamente dagli edifici, appunto: è il caso del progetto “Rivitabitare” per la società cooperativa di produzione e di lavoro “EdilCasa” di Biella, che si occupa di bioedilizia, riqualificazioni energetiche, ingegneria naturalistica e restauro conservativo. Oppure dal punto di vista dell’abbigliamento: l’idea di “BeCotton” della cooperativa sociale “Raggio Verde” di Cossato coinvolge, ad esempio, materie prime prodotte con coltivazione biologica e diffuse via commercio equo, con una filiera di creazione dei capi esclusivamente “made in Biella”. E, curiosità, naturali sono i pellami delle calzature e borse di Bodega Costaacosta Atelier e di fibre naturali sono fatti i tessuti della bottega artigiana Ecru Atelier e così t-shirt, felpe e pantaloni per lo yoga di Atma, shop on line, che collabora con lo Yoga Center di Biella, espressione di un benessere psico-fisico del quale è bandiera anche lo shiatsu di AlfaOmega di Graglia e lo shiatsu, linfodrenaggio e i massaggi del Centro Tao di Biella o, ancora, “I segreti delle erbe” di Rosella Rasori di Netro, azienda agricola che lavora con le proprietà delle acque aromatiche, essenze vibrazionali, oli essenziali e oleoliti.

Curiosità dell’approccio naturale sono, poi, i prodotti ecologici per la gravidanza, dalle coppette assorbilatte al cuscino per l’allattamento, dai pannolini lavabili alle fasce porta bebè fino ai giochi in legno di “Kemate”, che tratta la vendita on line.

Ma, certo, il clou di “Natural.BI life” passa soprattutto attraverso il sapore: dai vini che non hanno né solfiti né lieviti aggiunti, proposti come linea sperimentale da Andrea Manfrinati del “Castello di Montecavallo” di Vigliano Biellese al “Vino del Sorriso” di Candelo, che festeggia il decennale, alla frutta e verdura coltivate naturalmente, con soli macerati di erbe e in piccoli appezzamenti, da Gemma Curia di VegaGé, che fa parte di Let Eat Bi (Cittadellarte - Fondazione Pistoletto) che si occupa del recupero di varietà come la “renetta ananas” o il mais fragola, con cui si fanno anche i pop corn. Coltivazione biodinamica di grano e altri cereali per pane e grissini dell’Agribioforneria Biodinamica di Biella, che per la lievitazione usa il miele dell’azienda agricola biologica di Pralungo “Fontanariola”, farina di ceci e acqua. Mentre riscoperta, dalle parti di “Cascina La Noce”, della tecnica del bosco, che sfrutta le micorize, i funghi, e i loro nutrimenti naturali, come humus, foglie e vinaccia, che estendono di 300 volte le radici di meli, mirtilli, prugne e ciliegi, risparmiati quindi dai trattamenti chimici.

Il chilometro zero è, infine, il punto forte dei formaggi di capra freschi, stagionati e dello yogurt della “Casa delle Capre” di Sala: una 70ina di animali che vivono sui pascoli locali. Qualità d’alta quota, infine, per le 34 varietà di patate di “Paysage à manger” di Fontainemore, attività aperta da cinque amici tra i quali il biellese Federico Chierico, che coltivano fino a 1.500 metri di quota. E che frutta 100 quintali all’anno. Di queste varietà, 23 sono antiche. Un patrimonio da tutelare, per il quale andare “a caccia” di collezionisti di semi.

Giovanna Boglietti      

BIELLA - Dal “vino vegan” al mais fragola, dai formaggi d’alpeggio ai prodotti ecologici per la gravidanza, dal cotone biologico ai formaggi dei nostri alpeggi. Passano attraverso la vista, il tatto e il gusto i simboli che meglio sintetizzano “Natural.BI life”, il nuovo evento incentrato sugli stili di vita naturali, organizzato dall’associazione “Noi del Piazzo”, nella giornata di domenica nella cornice di Piazza Cisterna.

Trenta gli espositori, provenienti dal Biellese per lo più ma anche dal Torinese e dalla Valle d’Aosta, che hanno partecipato al “salone ecologico”, teso - spiega la madrina dell’evento, Pamela Compagnin - tra benessere derivante la qualità dei prodotti dei quali cibarsi, da indossare o dove vivere e la salute interiore. Quattro, invece, le aree tematiche con le quali è stato costruito il percorso espositivo: alimentazione sana, abbigliamento etico, benessere e l’abitare sostenibile. Campi che vedono impegnati diversi biellesi. Direttamente dagli edifici, appunto: è il caso del progetto “Rivitabitare” per la società cooperativa di produzione e di lavoro “EdilCasa” di Biella, che si occupa di bioedilizia, riqualificazioni energetiche, ingegneria naturalistica e restauro conservativo. Oppure dal punto di vista dell’abbigliamento: l’idea di “BeCotton” della cooperativa sociale “Raggio Verde” di Cossato coinvolge, ad esempio, materie prime prodotte con coltivazione biologica e diffuse via commercio equo, con una filiera di creazione dei capi esclusivamente “made in Biella”. E, curiosità, naturali sono i pellami delle calzature e borse di Bodega Costaacosta Atelier e di fibre naturali sono fatti i tessuti della bottega artigiana Ecru Atelier e così t-shirt, felpe e pantaloni per lo yoga di Atma, shop on line, che collabora con lo Yoga Center di Biella, espressione di un benessere psico-fisico del quale è bandiera anche lo shiatsu di AlfaOmega di Graglia e lo shiatsu, linfodrenaggio e i massaggi del Centro Tao di Biella o, ancora, “I segreti delle erbe” di Rosella Rasori di Netro, azienda agricola che lavora con le proprietà delle acque aromatiche, essenze vibrazionali, oli essenziali e oleoliti.

Curiosità dell’approccio naturale sono, poi, i prodotti ecologici per la gravidanza, dalle coppette assorbilatte al cuscino per l’allattamento, dai pannolini lavabili alle fasce porta bebè fino ai giochi in legno di “Kemate”, che tratta la vendita on line.

Ma, certo, il clou di “Natural.BI life” passa soprattutto attraverso il sapore: dai vini che non hanno né solfiti né lieviti aggiunti, proposti come linea sperimentale da Andrea Manfrinati del “Castello di Montecavallo” di Vigliano Biellese al “Vino del Sorriso” di Candelo, che festeggia il decennale, alla frutta e verdura coltivate naturalmente, con soli macerati di erbe e in piccoli appezzamenti, da Gemma Curia di VegaGé, che fa parte di Let Eat Bi (Cittadellarte - Fondazione Pistoletto) che si occupa del recupero di varietà come la “renetta ananas” o il mais fragola, con cui si fanno anche i pop corn. Coltivazione biodinamica di grano e altri cereali per pane e grissini dell’Agribioforneria Biodinamica di Biella, che per la lievitazione usa il miele dell’azienda agricola biologica di Pralungo “Fontanariola”, farina di ceci e acqua. Mentre riscoperta, dalle parti di “Cascina La Noce”, della tecnica del bosco, che sfrutta le micorize, i funghi, e i loro nutrimenti naturali, come humus, foglie e vinaccia, che estendono di 300 volte le radici di meli, mirtilli, prugne e ciliegi, risparmiati quindi dai trattamenti chimici.

Il chilometro zero è, infine, il punto forte dei formaggi di capra freschi, stagionati e dello yogurt della “Casa delle Capre” di Sala: una 70ina di animali che vivono sui pascoli locali. Qualità d’alta quota, infine, per le 34 varietà di patate di “Paysage à manger” di Fontainemore, attività aperta da cinque amici tra i quali il biellese Federico Chierico, che coltivano fino a 1.500 metri di quota. E che frutta 100 quintali all’anno. Di queste varietà, 23 sono antiche. Un patrimonio da tutelare, per il quale andare “a caccia” di collezionisti di semi.

Giovanna Boglietti   

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