Agricoltura:Allevamenti e orti crescono

Agricoltura:<BR>Allevamenti e orti crescono
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Diminuzione del numero delle aziende, che però hanno aumentato la superficie agricola utilizzata (Sau), accorpamento di aziende specializzate sia per quanto riguarda le specifiche coltivazioni, sia nell’ambito dell’allevamento di bestiame, maggiore ricorso all’affitto dei terreni: sono alcuni dei dati emersi dal 6° censimento generale dell’agricoltura piemontese presentato a Torino la scorsa settimana.

Biella. Questa situazione generale piemontese fa il paio con quella biellese: i numeri provinciali definitivi del censimento lo dimostrano, «numeri - dice l’assessore provinciale Guido Dellarovere - che si discostano molto poco da quelli ufficiosi». Le aziende agricole biellesi sono 1.897 pari al 2,83% di quelle piemontesi (67.148). La provincia di Biella si colloca al penultimo posto in regione: fanalino di coda è Verbania, ma è ultima per superficie agricola utilizzata (Sau) con 27mila 448,45 ettari, pari al 2,72% del Piemonte. La superficie agricola totale è di 34mila 318,20 ettari. La dimensione media delle aziende è cresciuta anche nel Biellese con processi di accorpamento nel tempo: alla data del censimento era di 14,58 ettari per la superficie agricola utilizzata e 18,15 ettari per la superficie agricola totale (rispettivamente 15,14 e 19,37 le medie regionali). Le tipologie di coltivazioni. Le aziende con seminativi sono 647, che agiscono su 8.351,53 ettari, quelle con coltivazioni legnose sono 666 per 715,02 ettari. Le aziende che si occupano anche di orticultura sono 634 per circa 39 ettari di terreno usato. Le aziende con prati e pascoli permanenti sono 1.465 e insistono su 18mila 222 ettari. E proprio sull’orticultura e sull’allevamento che ha necessità di pascoli Biella sta esprimendo proprie eccellenze numeriche: è quinta su otto nella classifica regionale delle province: Vercelli, Novara e Vco sono dietro di lei. Gli allevamenti. Sono 949 le aziende agricole biellesi con allevamenti di animali. Si spazia dai bovini, agli struzzi, passando per maiali e conigli. Una realtà presente e articolata. I capi totali registrati dagli allevamenti sono 146.636. La maggior parte delle aziende sono mirate all’allevamento di bovini: 601 per 15.955 mucche. A scalare, ci sono le aziende con equini, in particolare maneggi: sono 366 con 1.334 cavalli, poi ci sono i pastori, 87, per 9.304 pecore censite, poi i caprai (127) con 2.680 capi. A ruota, gli allevatori di maiali e suini in genere (45) per 40.286 capi, gli allevatori di galline e simili (38) per 68.206 capi, poi gli apicultori (38), infine quelli di conigli (17) per 1.188 capi. Infine, due curiosità: ci sono due aziende particolari, una alleva due bufale e una 10 struzzi. Gli occupati. Sono circa 3.100 gli occupati nel settore, quasi tutti censiti come “manodopera familiare”. Sono infatti le aziende a conduzione famigliare quelle preponderanti: gli addetti in questa tipologia sono 2.776 per un totale di 476.693 giornate annuali. Seguono i dipendenti in forma continuativa: 284 per 49.668 giornale di lavoro; 44 addetti in forma saltuaria per 5.173 giornate e 26 non assunti direttamente per 951 giornate di lavoro.

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