Addio a Lino Quaglia

Pubblicato:
Aggiornato:

(26 gen) È uscito di scena senza clamori, Lino Quaglia (nella foto). Il “re” delle sale cinematografiche di Biella, organizzatore di tante stagioni teatrali cittadine fino agli anni Novanta, si è spento domenica scorsa in ospedale, all’età di 90 anni (ne avrebbe compiuti 91 il prossimo 18 aprile); martedì i funerali a Pollone, paese in cui risiedeva, quindi la sepoltura nel cimitero di Curino, nella tomba di famiglia.

È uscito di scena senza clamori, Lino Quaglia (nella foto). Il “re” delle sale cinematografiche di Biella, organizzatore di tante stagioni teatrali cittadine fino agli anni Novanta, si è spento domenica scorsa in ospedale, all’età di 90 anni (ne avrebbe compiuti 91 il prossimo 18 aprile); martedì i funerali a Pollone, paese in cui risiedeva, quindi la sepoltura nel cimitero di Curino, nella tomba di famiglia.

La storia. Il nome di Lino Quaglia, in città, è legato al boom delle sale cinematografiche biellesi. A cominciare da quella del Mazzini, di cui Velino (questo il suo nome all’anagrafe) assunse la gestione, ancora giovanissimo, a metà anni Cinquanta, pagando l’affitto al padre, proprietario dello stabile.
Da quel momento tutti i suoi sforzi furono volti a convincere gli altri esercenti biellesi a lasciare a lui le incombenze della programmazione e, in un secondo tempo, anche la gestione delle loro sale. Obiettivo: rispondere agli appetiti della grande distribuzione, che vedeva in Biella una città promettente per questo genere di affari.
«Persone come la signora Baracchi e la signora Gariglio - aveva dichiarato Quaglia alcuni anni fa in un’intervista rilasciata al nostro Carlo Caselli - capirono la situazione e mi affidarono il compito di provvedere alle loro programmazioni e, più tardi, alla gestione quanto meno del teatro Sociale fino al momento della vendita al Comune di Biella».
Più difficili, invece, i rapporti con i fratelli Candela, proprietari dell’Impero, sebbene anche loro finirono per accettare.
Quaglia si trovò così ad avere in gestione i cinque locali teatrali e cinematografici della città, Odeon compreso.

L’attività. Lino Quaglia ha gestito le sale cittadine per oltre cinquant’anni, affiancando ad esse la gestione dei teatri Coccia e Faraggiana di Novara, del Politeama di Bra, e di alcuni cinema fuori provincia, tra cui quelli di Vercelli, Asti e Alessandria. Come titolare della ditta Ciat si è inoltre occupato delle stagioni teatrali di Biella. «È riuscito a portare in città tutti i più grandi artisti dell’epoca: Walter Chiari, Macario, Vittorio Gassman, Adriano Celentano (nel periodo in cui gli era stato affibbiato il soprannome di “Molleggiato”), e poi ancora Rita Pavone, Gianni Morandi e Renato Zero», ricorda Lanfranco Ceresoli, genero di Quaglia, che ha iniziato a lavorare con lui l’11 ottobre del 1965. «Ha portato inoltre l’avanspettacolo, la rivista - aggiunge - e ha addirittura prodotto una compagnia di balletto, negli anni Novanta, con tutte le étoile internazionali in tournée in Italia, con debutto a Biella. In un solo anno era riuscito a programmare, tra Odeon e Sociale, fino a quaranta spettacoli. Erano davvero altri tempi!».
Lara Bertolazzi
bertolazzi@primabiella.it

26 gennaio 2012

Seguici sui nostri canali