Acque: il 46% non rispetta i parametri

Acque: il 46% non rispetta i parametri
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Boccheggiano le acque di fiumi e torrenti piemontesi. Il monitoraggio condotto dall’Arpa, illustra infatti che lo stato ecologico non risulta raggiunto per il 46% dei corsi d’acqua: un fiume su due è di fatto fuori norma principalmente per carenza di portate. Minore preoccupazione desta invece lo stato chimico dei corpi idrici superficiali (solo il 13% non raggiunge l’obiettivo) anche se il quadro di inquinamento delle falde profonde rimane una delle emergenze principali da affrontare nel prossimo futuro.
I dati sono emersi dal confronto avvenuto nei giorni scorsi tra l’assessore regionale Alberto Valmaggio, Legambiente Piemonte e il Comitato tutela fiumi (coordinamento tra associazioni ambientaliste e dei pescatori, tra le quali numerose sono biellesi).
Tema dell’incontro era la prossima scadenza (31 dicembre 2015) fissata dalla direttiva comunitaria “Acque” per il raggiungimento dello stato “buono” sotto il profilo chimico ed ecologico dei copri idrici superficiali.
Il mancato raggiungimento dello stato ecologico “buono”, illustra dunque che le misure messe in atto non sono sufficienti e che occorre rivedere e aggiornare, con carattere di urgenza, sia la pianificazione che il quadro normativo.
Legambiente ha annunciato all’Assessore che avvierà nella stagione autunnale una campagna di informazione e sensibilizzazione per sottolineare questo ritardo nel raggiungimento degli obiettivi comunitari e il rischio di sanzioni, causa infrazione della specifica direttiva.
Il Comitato Tutela Fiumi ha fatto presente che la pianificazione non ha individuato, come dettato dal decreto ministeriale del 2010, le aree inidonee per nuove centrali idroelettriche. Ha invece promosso un ulteriore incremento del 5 per cento di produzione, senza valutare compiutamente la “sostenibilità” di tale proposta in un contesto di mancato raggiungimento degli obiettivi di qualità comunitari o degli obiettivi paesaggistici.

V. Ca.

Boccheggiano le acque di fiumi e torrenti piemontesi. Il monitoraggio condotto dall’Arpa, illustra infatti che lo stato ecologico non risulta raggiunto per il 46% dei corsi d’acqua: un fiume su due è di fatto fuori norma principalmente per carenza di portate. Minore preoccupazione desta invece lo stato chimico dei corpi idrici superficiali (solo il 13% non raggiunge l’obiettivo) anche se il quadro di inquinamento delle falde profonde rimane una delle emergenze principali da affrontare nel prossimo futuro.
I dati sono emersi dal confronto avvenuto nei giorni scorsi tra l’assessore regionale Alberto Valmaggio, Legambiente Piemonte e il Comitato tutela fiumi (coordinamento tra associazioni ambientaliste e dei pescatori, tra le quali numerose sono biellesi).
Tema dell’incontro era la prossima scadenza (31 dicembre 2015) fissata dalla direttiva comunitaria “Acque” per il raggiungimento dello stato “buono” sotto il profilo chimico ed ecologico dei copri idrici superficiali.
Il mancato raggiungimento dello stato ecologico “buono”, illustra dunque che le misure messe in atto non sono sufficienti e che occorre rivedere e aggiornare, con carattere di urgenza, sia la pianificazione che il quadro normativo.
Legambiente ha annunciato all’Assessore che avvierà nella stagione autunnale una campagna di informazione e sensibilizzazione per sottolineare questo ritardo nel raggiungimento degli obiettivi comunitari e il rischio di sanzioni, causa infrazione della specifica direttiva.
Il Comitato Tutela Fiumi ha fatto presente che la pianificazione non ha individuato, come dettato dal decreto ministeriale del 2010, le aree inidonee per nuove centrali idroelettriche. Ha invece promosso un ulteriore incremento del 5 per cento di produzione, senza valutare compiutamente la “sostenibilità” di tale proposta in un contesto di mancato raggiungimento degli obiettivi di qualità comunitari o degli obiettivi paesaggistici.

V. Ca.

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