Minaccia la ex dai domiciliari per omicidio e rischia il linciaggio dei parenti
Spedizione punitiva con spranghe e catene. Le volanti della Polizia sono arrivate in tempo. Cinque persone denunciate.
Minaccia la ex dai domiciliari per omicidio e rischia il linciaggio dei parenti.
Accusato d'aver ucciso il vicino
E’ ai “domiciliari” con l’accusa d’aver ucciso il vicino di casa durante un litigio. Eppure sarebbe riuscito lo stesso a combinare guai che potevano finire molto ma molto male. Pare addirittura (ci sono indagini in corso) che abbia minacciato e insultato l’ex ragazza utilizzando Instagram - noto social network molto in voga tra i giovani - scatenando così le ire dei parenti di lei che, in cinque, quasi tutti armati di spranghe e catene, hanno organizzato una spedizione punitiva sabato in tarda mattinata al Vernato.
La Polizia arrivata in tempo
Per fortuna il “mezzogiorno di fuoco” di una calda e anomala giornata di gennaio, non ha fatto registrare vittime. Le volanti della Polizia sono arrivate in tempo, prima che la situazione potesse degenerare. Alla fine i cinque - quattro uomini e una donna, tutti di origine dominicana - sono stati portati in Questura, identificati e denunciati per i reati di minacce aggravate e violazione di domicilio.
Ancora una volta
Protagonista dell’ennesimo fatto di cronaca, è ancora una volta il giovane Marco Becker Coffi Padel, 19 anni, di Biella (difeso dall’avvocato Claudia Botto Steglia), ai “domiciliari” in quanto accusato di omicidio preterintenzionale aggravato per aver colpito, il 20 novembre scorso, con un pugno (o uno schiaffo, non è ancora stato chiarito anche se il particolare potrebbe risultare ininfluente) il vicino di casa Brahim Kamel, 67 anni, origini marocchine, sposato e padre di quattro figli, al culmine di un litigio scoppiato per colpa di un garage occupato in modo abusivo che il ragazzo aveva trasformato in un luogo dove incontrare gli amici e fare baldoria, una sorta di “tampa” dei giovani d’una volta.
Cade indietro e muore
Kamel è caduto all’indietro e ha picchiato la testa sui cubetti di porfido che formano i camminamenti del cortile che si affaccia su via Conciatori, al Vernato. E’ stato subito ricoverato in ospedale, ma sei giorni dopo è morto.
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