E' morto il grande bomber Fabio Enzo, Biellese in lutto
Idolo della Biellese dei bei tempi, il suo primo goal in serie A passò alla storia: giocava nella Roma e segnò la rete della vittoria nel derby con la Lazio
È morto a 74 anni l'ex bomber della Biellese Fabio Enzo. Ex calciatore di Roma e Verona, passo alla storia per aver segnato il uo primo gol in Serie A in un derby Roma-Lazio finito 1-0: era il 23 ottobre 1966. Enzo era nato a Cavallino Treporti, in provincia di Venezia
"Non dimenticheró mai il suo primo gol in bianconero, un missile terra-aria contro la Cremonese prima in classifica, partita finita 2-0 con incornata di Braghin e Biellese prima in classifica in C1.... altri tempi!!" lo ricorda Paolo, un tifosissimo della Biellese di quegli anni d'oro.
Attaccante di ruolo, era arrivato in giallorosso dalla Tevere Roma - dopo avere indossato anche le maglie di Venezia e Salernitana - nel 1966: giocò nella Roma fino al 1968 ( 35 presenze in campionato con 8 gol nell'arco di due stagioni) e, dopo una piccola parentesi anche nel 1969, passò al Mantova, quindi al Napoli, al Verona, al Cesena e in diversi altri club: Salernitana, Tevere Roma, Novara, Foggia, Reggina, Venezia, Omegna e infine Biellese, dove all'età di 36 anni concluse la sua carriera nel 1983 (dopo una parentesi di un anno a Foggia).
Il cordoglio della Roma per la morte di Enzo è in un messaggio su Twitter: "Un tuo gol che decide il Derby è qualcosa che non si può descrivere". "L'#ASRoma - si legge - piange la scomparsa di Fabio Enzo, attaccante giallorosso per tre stagioni negli Anni '60, e si stringe al dolore dei suoi familiari".
Quella volta che tirò un calcio di rigore di tacco
Le cronache raccontano che il Cesena lo multò con 200.000 lire per aver tirato un rigore di tacco nella partita Cesena-Casertana di Coppa Italia. Sul 3-0 colpì il palo della porta. Nella sua carriera ha accumulato 64 giornate di squalifica. Un collezionista di cartellini rossi. Il “Tifone” gli dedicò una vignetta nella quale il giocatore abborda una ragazza e le dice: ”Venga a casa mia signorina, le mostrerò la mia collezione di squalifiche…”. Uno dei “cattivi” più celebri. Anche se nella vita si narra che fosse tutt'altro. Si racconta ch'era sempre pronto a togliersi il cappotto per regalarlo a un mendicante infreddolito.
Lo ricorda così Lorenzo, un tifoso del Foggia, dove militò due anni tra la parentesi delle due stagioni a Biella: "Mi ricordo allo Zaccheria quando prese per le orecchie un giocatore della Cavese, era una bestia e il rigore con il Brindisi, se colpiva il portiere lo sfondava".
Con la maglia della Roma
Fabio Enzo in maglia bianconera (Foto Silvio Brognara)
Enzo in una foto recente con la maglia del Foggia durante una delle tante reunion di cui era l'anima
Enzo calcia un rigore con la maglia del Cesena
Enzo con Oronzo Pugliese all'epoca allenatore della Roma
L'AS Roma piange la scomparsa di Fabio Enzo
Il 23 ottobre 1966, al 16' del primo tempo su cross di Peirò, Fabio Enzo segna il gol decisivo nel derby. Esattamente diciassette anni prima del 23 ottobre 1983, derby del “Ti Amo”, lui dice “Ti Amo” con un colpo di testa vincente.
Lazio-Roma 0-1, la partita finisce così. E così inizia l'avventura romanista del giovane attaccante nato il 22 giugno 1946 a Cavallino Treporti (Venezia). È solo alla terza presenza in Serie A, ha vent'anni, fino alla stagione precedente giocava in Serie D nella Tevere Roma. Ce l'aveva portato Walter Crociani, che lo aveva visto dominare a livello giovanile nel torneo di Viareggio e lo aveva sempre tenuto d'occhio.
Il salto alla Roma è grande, ma meno di quello che gli serve per segnare il gol alla Lazio, dato che è alto quasi un metro e novanta. Anzi, nonostante l'altezza il colpo di testa non è neanche la sua dote migliore. Gioca meglio da ala ed è dotato di un tiro potentissimo. Nel periodo in cui militava nella Compagnia Atleti Militari, a fine allenamento lui e Gigi Riva allenavano Zoff con tiri da lontano. E quando a Zoff un tifoso chiese se tirava più forte Enzo o Riva, il portiere futuro campione del mondo non rispose Riva...
Alcuni gol dei 10 messi a segno nelle sue 42 partite ufficiali disputate con la Roma arrivano proprio su tiro da fuori. Il 24 dicembre 1966 segna una doppietta nel 4-0 al Torino. Quel giorno allo stadio c'è anche Adriano Zecca, 91 presenze nella Roma tra il 1949 e il 1953, che lo definisce così: “In lui mi è piaciuto il suo modo di lanciarsi impetuosamente nel vivo di ogni azione, con un coraggio e una decisione davvero ammirevoli.
È dotato di un tiro potente, che scocca con disinvoltura da qualsiasi posizione. Nei contrasti si trova a suo agio, non ha scatto, ma se lanciato in profondità la sua velocità aumenta e diventa una forza della natura inarrestabile. Ha una carica agonistica eccezionale. Può diventare l'erede di Volk”.
Non lo diventerà, ma il suo contributo è comunque fondamentale. Il suo inserimento al centro dell'attacco, infatti, consente a Peirò di esprimersi al meglio e tutta la squadra ne trae giovamento. Il suo primo anno è il migliore, al termine della seconda stagione viene mandato in prestito al Mantova, torna per poche partite nelle prime fasi della stagione 1969/1970, segnando anche un gol in Coppa Italia, poi viene venduto al Cesena. Continua a giocare fino al 1983 quasi sempre in serie minori, tranne un breve passaggio al Napoli in A.
Il meglio di Fabio Enzo, insomma, se l'è goduto la Roma, non solo in campo. Benvoluto da tutti i compagni, era il compagno di stanza di Fabio Capello, si fermava a parlare di cinema e calcio con Pier Paolo Pasolini fino alle 3 di notte, si divertiva a cantare “Bandiera rossa” quando veniva aggregato alla “De Martino” per amichevoli organizzate da un funzionario della Democrazia Cristiana.
È sempre rimasto romanista e fino a pochi anni fa ogni tanto prendeva la macchina da solo e percorreva i quasi 600 chilometri che separano Cavallino Treporti dallo Stadio Olimpico, e altrettanti al ritorno, solo per venire allo Stadio Olimpico a tifare per la Roma.
Il cordoglio del Verona: "Quella traversa da 30 metri"
"Ci ha purtroppo lasciati Fabio Enzo attaccante gialloblu nella stagione 1971/72 - si legge in una nota dell'ASD Ex Calciatori Hellas Verona - Simpaticissimo come pochi aveva anticipato di un anno le estrosità che ci avrebbe riservato Zico ed era stato con noi lo scorso maggio 2019 nell’indimenticabile giorno della "reunion" dei giocatori degli anni ’70. Nessun gol con noi ma chi c’era ricorderà per sempre quella traversa clamorosa da 30 metri all’esordio contro la Fiorentina".