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Il Santuario d'Oropa: "Siamo debitori di Seab non evasori. Ecco perché"

Il rettore e gli amministratori intervengono sulle somme dovute alla società.

Il Santuario d'Oropa: "Siamo debitori di Seab non evasori. Ecco perché"
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Oropa sui debiti con Seab: “Ecco le cause”. Il rettore e gli amministratori intervengono sulle somme dovute alla società.

Il Santuario di Oropa sui debiti con Seab

Gli amministratori Giancarlo Macchetto e Stefano Vaudano, con un comunicato firmato anche dal Rettore del Santuario di Oropa, don Michele Berchi,  intervengono sulle somme dovute alla società Seab da parte del Santuario stesso.

“Da tempo -  si legge in una nota - nel dar conto della situazione di Seab, i mass media hanno citato il Santuario di Oropa nel novero dei “grandi evasori” delle varie forme di tributo legate al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Amministrazione del Santuario e Rettore desiderano informare l’opinione pubblica circa i reali termini della questione; ciò tanto più in un momento in cui le drammatiche vicende della pandemia mettono sotto stress la situazione economica di tutti — dagli enti pubblici alle imprese e alle famiglie — e in cui, per significativo converso, il Santuario è fatto oggetto di rinnovate attenzione, stima e devozione da parte di istituzioni pubbliche e private e di migliaia di persone e famiglie, biellesi e non.
Oropa è certamente debitrice di importanti somme che, come vedremo, sta regolarmente saldando. Ma lo è perché ha subìto in passato una situazione oggettivamente squilibrata e non imputabile al Santuario. “Evasore” è chi mette in atto un comportamento illegittimo con cui contrastare il prelievo tributario. Oropa debitrice, quindi, sì; evasore assolutamente no.

I dati

Sino all’introduzione della tariffa puntuale sulla raccolta rifiuti, il Santuario di Oropa pagava annualmente circa € 27.000 di tassa rifiuti calcolata sulla base delle superfici reali. Con l’introduzione della tariffa puntuale a peso la “bolletta“ a carico del Santuario, nel 2016, è balzata a € 82.365,13 con un trend costante negli anni successivi.
Il debito a fine 2019 risultava essere di € 212.694,41. La rateizzazione di una prima parte (€ 60.000) è stata saldata interamente con lo scorso agosto 2020. La restante quota di debito sommata agli interessi di € 27.676,82 ha portato il debito totale a € 180.371,23.
Una fattura di acconto 2020 di € 19.886,32 è stata regolarmente saldata a luglio 2020.
Questi i dati attuali. Non è quindi corretto il dato del debito di € 211.000 talvolta indicato dai mass media. Si sottolinea ulteriormente che il Santuario sta provvedendo a saldare quanto dovuto.

Cosa è accaduto

In estrema sintesi. I rifiuti effettivamente prodotti dalle strutture che dipendono amministrativamente e canonicamente da Oropa sono riconducibili a precise tipologie: l’attività alberghiera esercitata direttamente dal Santuario; l’attività di gestione stessa del Santuario svolta dai 20 dipendenti; la presenza di 10 residenti in Santuario tra sacerdoti collegiali e Figlie di Maria.
Tali rifiuti vengono trattati e differenziati come avviene in tutte le famiglie e le attività nel Comune di Biella. Lo stesso accade da parte degli enti che a Oropa esercitano attività commerciali e di ristorazione.
È di evidenza comune che un enorme volume di rifiuti viene prodotto dalla fruizione indistinta e per sua natura incontrollata da parte di turisti, escursionisti e visitatori degli spazi aperti al pubblico dell’intera conca di Oropa. Ricordiamo che si stima che a Oropa ogni anno affluiscano almeno mezzo milione di persone.
Tali rifiuti finivano pressoché interamente e soprattutto in modo indifferenziato nei circa 100 cestini posizionati nei chiostri ma anche in tutte le aree esterne (dalla “passeggiata dei Preti” al piazzale Busancano, dalle Cappelle sino al Cimitero e oltre).
Tutta questa mole di rifiuti restava di fatto in capo al Santuario e lo restava per due volte.

Prima di tutto perché, nel doveroso intento di mantenere pulizia e decoro nell’intera area, Oropa ha impegnato proprio personale dipendente soprattutto, ma non solo, in occasione dei fine settimana e delle giornate più affollate con un impegno stimato su base annua di almeno 700 ore di lavoro pari a circa 12.000 € di costi comprensivi di dotazioni e materiali.
Poi perché tali rifiuti, di fatto e inevitabilmente indifferenziati, non potevano che essere conferiti appunto nei “cassonetti marroni” del residuo indifferenziato, residuo che, come sappiamo, è giustamente colpito da un sistema tariffario teso a incentivare la differenziazione.
Questa situazione si è protratta sino alla fine del 2019 e — mentre Oropa richiedeva e attendeva un intervento atto a parametrare correttamente la natura degli spazi pubblici di sua pertinenza e i rifiuti in essi prodotti — le bollette, di importo insostenibile per le finanze del Santuario, hanno via via generato il debito di cui sopra”.

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