Il negazionista del Covid Mattia Chester di Biella: dopo il video choc rincara la dose
Tre minuti in auto intorno all'ospedale definendo "covidioti" chi non la pensa come lui: "Qualcuno ha chiamato mia madre dicendole che mi avrebbero denunciato"
Un video negazionsita sul Covid e l'emergenza sanitaria a Biella (e all'Ospedale Degli Infermi in particolare) postato da un giovane biellese, Mattia Chester (com'è registrato su Facebook, in realtà, per l'anagrafe, si chiama Mattia Zuppicchiatti, 34 anni, ex commerciante e ora camionista), ha suscitato ieri una valanga di commenti, di condivisioni, attacchi e critiche, tra cui quella (dati alla mano) della responsabile dell'Ufficio relazioni con il pubblico dell'Asl di Biella Margherita Borello. Il giovane biellese ha girato un video sconvolgente, imbarazzante e pesantemente offensivo nei confronti di operatori sanitari, famigliari delle vittime, pazienti e politici. Un giro in auto di tre minuti all'esterno dell'ospedale di Biella per dimostrare che - visto che agli ingressi non c'erano ambulanze in coda o a sirene spiegate e ressa di pazienti, medici e infermieri - a suo dire non c'è nessun allarme. Il Covid non esiste. E chi lo sostiene è un "covidiota".
Replica di Mattia Chester dopo il clamore suscitato
A seguire, Chester-Zuppicchiatti ha postato un altro video, sulla falsa riga del primo, senza arretrare di un passo, anzi: "Sono stato colto di sorpresa dalla telefonata di una parente che mi ha detto che qualcuno ha chiamato mia madre dicendole che mi avrebbero denunciato. Come se io non avessi mai preso una denuncia. So che quando si tratta di qualcosa che riguarda il penale o una denuncia arrivano i carabinieri... ti chiamano e ti convocano subito in caserma. Per ora questo non è accaduto. Ma io ci vado a testa alta, non mi interessa. Quello che voglio è che le partite Iva riaprano tutte, i negozi riaprano tutti, i bar riaprano tutti, che si torni a lavorare, che si torni a vivere, che la città torni a respirare, che tolgano questo obbligo delle mascherine (...) non si può chiudere una città raccontando le palle enormi, queste palle gigantesche dell'emergenza. Non c'è nessuna emergenza".
La chiamata alle armi: "Contattatemi, facciamo casino"
Su quali dati il signor Chester basi la sua disanima non è dato saperlo. Non solo, lancia un serie di accuse basate su confidenze ricevute da amiche o conoscenti su pratiche non ortodosse consigliate per ottenere i 600 euro, furti di fedi nuziali e quant'altro. Chester si mette a disposizone di chi "ha una partita Iva, un negozio, facciamoci sentire, facciamo casino, vogliamo riaprire, tornare alla normalità" e lancia un appello: "Ci stanno raccontando un mare di cazzate, svegliamoci, contattatemi, scrivetemi".
Questa la resplica della responsabile Urp AslBi
"Caro Mattia Chester, se crede davvero di fare informazione girando un minuto attorno alla struttura, le diamo i dati della situazione all’interno dell’ospedale, così grazie a lei chiariamo le idee a tutti. Solo un paio di giorni fa i pazienti ricoverati Covid erano 139, di cui 9 su 10 disponibili in Rianimazione. Attualmente la semintensiva è stata portata a 30 posti letto. 82 risultavano in media intensità. E un’altra ventina di ammalati Covid sono in bassa intensità. Il Pronto Soccorso questa settimana aveva una media di nuovi 15 pazienti Covid da ricoverare e quasi altrettanti in attesa di ricovero. Nel frattempo non mancano quotidianamente 4-5 pazienti da ricoverare per altre patologie e che hanno il diritto di essere curate, più tutte le urgenze ambulatoriali. Tutto questo fa sì che l’ospedale sia sotto pressione e pieno, tanto che per i prossimi giorni si prevedono soluzioni per ampliare la disponibilità. Se all’esterno non ha visto lunghe code di ambulanze non è perché la situazione non sia grave ma perché il sistema sta nonostante tutto reggendo con grandi sforzi da parte di tutti (Croci comprese). Quanto ai titoli giornalistici, cercano forse di trasmettere il senso di urgenza che chi è in prima linea come i nostri colleghi vive ogni giorno (con un riposo a settimana e ferie sospese) e non si possono permettere il lusso di andare in giro in macchina in nome della libertà. Per rispetto della fatica e delle rinunce di tanti cittadini (operatori, sanitari, ristoratori, negozianti, familiari di pazienti) la invitiamo a limitarsi a raccontare le realtà che conosce da vicino non quelle a cui può solo girare attorno in macchina".
Margherita Borello, responsabile ufficio relazioni con il pubblico Asl Biella